Ferite mortali compatibili con l'elica dell'imbarcazione sequestrata. Si indaga sul rispetto delle regole di sicurezza in mare

SILVI – Anche i rilievi tecnici confermano la compatibilità dell’elica del motore Yamaha da 100 cavalli fuoribordo dell’imbarcazione sequestrata dalla Guardia costiera e le lesioni rilevate sul corpo di Mario D’Eustacchio, il marittimo di 62 anni, investito e ucciso mentre nuotava al largo della spiaggia del Cerrano, sabato pomeriggio. La verifica arriva dal sopralluogo congiunto sull’imbarcazione, effettuato dal medico legale e dall’ingegnere nautico nominati dal pubblico ministero Greta Aloisi. Sulla spiaggia di Silvi, assieme al personale della Guardia Costiera, i due periti hanno effettuato le misurazioni sul passo e sulla profondita delle pale della struttura di propulsione del mezzo nautico, che verranno affidate alla valutazione del magistrato: sarà il pm, quando riceverà la relazione tecnica, a decidere se confermare o meno la contestazione di omicidio colposo nei confronti dell’unica persona iscritta nel registro degli indagati, ovvero il 29enne, figlio del proprietario dell’imbarcazione iscritta al registro navale con la denominazione ‘Insidioso’. Il natante da piccola pesca era infatti l’unico a solcare le acque dell’Area Marina Protetta tra Pineto e Silvi, sabato pomeriggio, al momento della tragedia. Era stato infatti lo stesso giovane marittimo 29enne al timone del natante ad accorgersi della presenza del corpo dell’ex marittimo in acqua e ad avvertire i soccorsi. Le indagini degli uomini della Guardia costiera coordinati dal comandante Claudio Bernetti dovranno mettere sul tavolo del magistrato alcuni elementi decisivi per chiarire la dinamica del tragico incidente in mare. Mario D’Eustacchio, che era solito fare lunghe nuotate, anche a grande distanza dalla riva, sembra non indossava una calottina rossa o avesse con sè i segnalamenti tipici previsti per le attività subacquee, come impongono le ordinanze di sicurezza balneare delle Capitanerie. Tra l’altro bisogna anche ragionare sul punto preciso dell’impatto e se questo, a non meno di 400 metri dalla spiaggia, sia stato individuato all’interno del corridodio di lancio riservato alle imbarcazioni, dove notoriamente è vietata la balneazione.