Dalla Uil no al project del nuovo Mazzini: "Un ospedale deve restare pubblico". Chiesto un consiglio comunale aperto

TERAMO – "Vi siete chiesti se l’organo politico della Asl di Teramo poteva ricoprire il ruolo di Rup della procedura del nuovo ospedale di Teramo, se cioè non ci fosse incompatibilità? Noi diciamo di no e per questo abbiamo scritto al responsabile dell’anticorruzione perché ritieniamo che tutti gli atti prodotti sono nulli". E’ questa la strategia scelta dai dirigenti della Uil Flp per attaccare il project financing milionario della Asl che vuole costruire il nuovo ospedale a Piano d’Accio. "Il procedimento amministrativo è viziato – dice Giulio Cesare Matè – Sinceramente non ci era mai capitato di vedere una cosa simile, che un organo politico nomina se stesso per l’adempimento di un atto gestionale. Noi chiediamo il rispetto delle regole, il direttore amministrativo Maurizio Di Giosia non poteva ricoprire questa funzione". Ma i sindacalisti Uil vanno oltre, quel project non è la soluzione migliore per la sanità teramane e tantomeno per l’economia cittadina: "Siamo contro un investimento privato per realizzare un ospedale pubblico – spiega il segretario territoriale Alfiero Antonio Di Giammartino -. L’ospedale deve essere sempre accessibile a un cittadino, non è come l’autostrada che si paga ma può non essere percorsa perchè c’è l’alternativa gratuita. E’ stato fato uno studio scientifico, da enti preposti, come l’ufficio tecnico del comune, l’ufficoi urbanistica di comune e provincia che vanno a verificare tuti quei fattori necessari per fare una programmazione e anche gli effetti? No, non ci risulta. Per questo chiediamo un consiglio comunale aperto in cui discutere di questo".
I sindacalisti vogliono sapere "perché l’ospedale Mazzini, il più bello e funzionale in Abruzzo, non può essere ristrutturato? Vogliamo conoscere i perchè della scelta, quale strategia e quali interessi si nascondono dietro la decisione di costruire un ospedale nuovo senza aver prima nemmeno individuato cosa farne di quello vecchio".  Per la città di Teramo sarà drammatico, sotto gli aspetti economici e sociali – dicono Matè e Di Giammartino -, andiamo a desertificare una delle zone più belle di Teramo. E chi ha pensato ad esempio al personale? Quali garanzie offre il proponente? Lo sa la Asl che la società mandante del project, che affianca la Pizzarotti, è impegnata in diverse vertenze nazionali di lavoro? Siamo molto preoccupati"