Teatro romano: in Consiglio un progetto definitivo 'non definitivo', ma il Comune ha fretta per gli espropri

TERAMO – Non piace all’opposizione la discussione (e l’approvazione in consiglio comunale il prossimo 23 dicembre) di un progetto definitivo che poi definitivo non sarà perchè dovrà essere modificato con le prescrizioni – sostanziali – della Sovrintendenza. Lo ha fatto capire a chiare lettere il consigliere comunale di Forza Italia Mario Cozzi nella II Commissione consiliare che doveva discuterne. Ma il Comune ha fretta, perchè deve far partire la variante semplificata al piano regolatore, decisivo per procedere all’appalto e al lavoro, ma anche perchè serve la dichiarazione di ‘pubblica utilità’ dell’opera, necessaria per avviare la procedura degli espropri. Tutto questo approderà in Consiglio lunedì prossimo, proprio nella suggestiva cornice del teatro romano che da anni attende questa riqualificazione. Il passaggio consigliare permetterà intanto di dare il via al primo lotto di lavori, per un importo complessivo di 4 milioni di euro, che prevede la ‘liberazione’ dell’area della cavea dall’incombere dei due storici palazzi, Adamoli e Salvoni. L’esproprio è il passaggio preliminare, cui il Comune si dovrà dedicare, sapendo già di non trovare una strada discesa. Anzi. Buona parte degli eredi e proprietari acconsentiranno a transazioni, due in particolare (che però rappresentano il 50% degli interessati) probabilmente resisteranno alla procedura. Ma un altro grosso scoglio da superare sarà quello delle modifiche al progetto, che lo studio Bellomo dovrà apportare su indicazione della Sovrintendenza. E’ vero che alcuni rilievi potrebbero trovare una soluzione concordata, altri sono determinanti per l’organo di controllo del valore archeologico, e potrebbero essere conditio sine qua non per l’avvio della gara d’appalto e poi del cantiere.