Ruzzo, gli effetti del 'nuovo' Cda: Lega inferocita, chiederà la delega di D'Annuntiis. Cognitti: "Abbiamo incassato due grandi risultati"

TERAMO – La conferma del dimissionario Cda della Ruzzo Reti, ha fatto tornare a divampare la polemica politica, con rilfessi di un’onda lunga che arriverà fino al Consiglio regionale, con il rischio di trasformarsi in tsunami.
La tattica politica messa in campo dalla maggioranza assembleare (con la regia del duo Tommaso Ginoble-Paolo Gatti) ha fatto agitare la Lega e ricompattato il Partito democratico di Dino Pepe e Sandro Mariani. Al punto che gli uomini di Salvini in consiglio regionale (vale a dire Toni Di Gianvittorio, Pietro Quaresimale ed Emiliano Di Matteo), sono pronti a chiedere a Marsilio la delega di Sottosegrario di D’Annuntiis, reo di aver trattato la nomina con parte del centrodestra, leggi Paolo Gatti. La linea politica sarà decisa domani, nella riunione regionale del Carroccio, e le premesse non sono certo rosee. La Lega aveva ercato di imbastire un accordo trasversale con il Pd per rintuzzare la manovra di quella parte del centrodestra che l’aveva esclusa, per inserire il terzo consigliere. Ma ha trovato la strada sbarrata, grazie alla sponda offerta da D’Annuntiis, e il risultato è stato, secondo i rumors, una accesa discussione tra Emiliano Di Matteo e Paolo Gatti, un tempo insieme.  

Ma tra gli effetti collaterali della nomina di Fagotti, il peggiore potrebbe avere ripercussione anche sulla nomina in itinere dello stesso Gatti alla Corte dei conti: proprio martedì si riunirà la conferenza dei capigruppo regionali che vogliono portare all’ordine del giorno del prossimo Consiglio (il 28 gennaio) la valutazione di questa discussa designazione. Su di essa pesa una corposa lettera del capogruppo regionale di Abruzzo in Comune, Sandro Mariani, spedita al presidente del Consiglio Lorenzo Sospiri e alla stessa Corte, in cui si rincara la dose sulla parzialità dell’esponente politico. Proprio la presunta trattativa per le poltrone del Cda della Ruzzo Reti sarebbero la novità che ne metterebbe in discussione la nomina in un corpo giudiziario super partes. L’orizzonte dunque è fosco di nubi e nel centrodestra regna una pericolosa fibrillazione.

La soddisfazione della presidente Cognitti. Alla riconfermata presidente Alessia Cognitti piace sottolineare l’essere "stati eletti con larghissima maggioranza, con un risultato che ci ha onorato, soprattuto per le belle parole ascoltate dai sindaci sull’ottimo lavoro che stiamo portando a termine. Sui sindaci che sono usciti – ha aggiunto la Cognitti -, registro il fatto che avrebbero potuto votare contro e dichiararsi contrari: hano deciso invece, credo, per un allineamento politico, visto che erano tutti del Pd, di uscire dall’aula. E’ una loro legittima posizione. Noi abbiamo messo in campo e portato a casa due risultati importantissimi: la stesura definitiva del piano industriale e della pianta organica con leggere modifiche, salvo il fatto che abbiamo esplicato meglio natura degli investimenti, in modo da permettere agli amministratori di verificare il lavoro svolto in questi tre anni". Sulla stessa lunghezza d’onda Alfredo Grotta: "Grande risultato e grande soddisfazione, sindaci nuovamente dimostrato la fiducia a questa governance a testimonianza che quando ci si impegna tantissimo e si infonde un grande spirito di sacrificio, in qualche maniera si viene ricompensati. Senza timore di dimettersi e di cercare, trovandola, la conferma, perchè quando si è con la coscienza a posto non c’è nulla da temere. Nella Ruzzo Reti di oggi oltre al duro lavoro si esprime anche un tema valoriale, si racconta una storia di legalità, trasparenza e buona amministrazione, a tutto vantaggio della provincia e di tutti i cittadini".