Adriatica nel caos, il problema si sposta al tavolo nazionale. Il gip per la terza volta dice no al dissequestro dei viadotti

TERAMO – Chiedere un tavolo di coordinamento nazionale sulla situazione della viabilità lungo la strada statale 16, che dopo la chiusura ai mezzi pesanti del viadotto Cerrano dell’autostrada A14 è stata letteralmente invasa dai Tir creando problemi e disagi nei comuni della costa teramana attraversati dall’importante arteria. E’ l’impegno assunto questo pomeriggio dal prefetto di Teramo, Graziella Patrizi, nel corso della riunione in Prefettura con i sindaci dei comuni interessati, il presidente della Provincia Diego Di Bonaventura, le forze dell’ordine, rappresentanti della società Autostrade e un rappresentante degli autotrasportatori.
La decisione è stata assunta anche alla luce delle notizie sul rigetto, da parte del gip di Avellino, delle ultime richieste di dissequestro presentate dalla società Autostrade. "La situazione è sempre più preoccupante – commenta il sindaco di Pineto, Robert Verrocchio -. Oggi nel tavolo in provincia abbiamo ragionato su varie ipotesi per limitare il passaggio dei mezzi pesanti sulla statale 16 e deviare il traffico su altre strade. Ma si tratta di una questione nazionale e per questo il prefetto si è impegnato a chiedere un tavolo di coordinamento a livello nazionale". Le ipotesi sul tavolo sono quelle di deviare il traffico pesante su altre arterie, già all’altezza degli snodi di Bologna a nord, e in Puglia a Sud.
Intanto i sindaci, in un tavolo parallelo che si è svolto questa mattina e alla quale ha partecipato anche il presidente della Provincia, hanno parlato di eventuali ordinanze per vietare il passaggio dei tir sui loro territori. "Siamo coscienti che potrebbero esserci ulteriori disagi – spiega Verrocchio – ma noi abbiamo da un lato il problema immediato di garantire l’incolumità pubblica a fronte dell’aumento esponenziale del traffico pesante sulle nostre strade e dall’altro quello di affrontare un’emergenza che potrebbe peggiorare". La paura è che il perdurare della situazione, con l’approssimarsi della Pasqua, possa creare danni anche in termini turistici.