Supermercati aperti, ma per regole e file la prevenzione è a macchia di leopardo

TERAMO – (alessandro misson) #iostoacasa per il Coronavirus. Ma se proprio devo uscire a fare la spesa – teoricamente basta seguire le prescrizioni del Decreto 8 Marzo – a Teramo sono guai, perché nei supermercati le misure di contenimento sono largamente  inapplicate, non rispettate, rese inefficaci dai comportamenti dei teramani, oppure del tutto sottovalutate.
Sarà che l’emergenza qui da noi non è stata presa troppo sul serio, sarà la congenita insofferenza dell’italiano medio alle regole o più prosaicamente la seccatura nel doversi adeguare alle novità, ma è sufficiente un breve tour nei punti vendita della piccola, media e grande distribuzione del capoluogo per rendersi conto della difficoltà nel rendere efficace il “contenimento” dell’epidemia di Covid-19. Qualche esempio: 

L’AVANGUARDIA. Questo supermercato alla periferia ovest di Teramo fa parte di una grossa catena di distribuzione adriatica. Il disinfettante per le mani all’ingresso è a disposizione della clientela addirittura da due giorni prima dell’entrata in vigore del Decreto 8 Marzo. Tra gli scaffali è continuo il richiamo alle norme di igiene e buon senso poi ‘codificate’ dal Decreto. La clientela apprezza e si adegua con facilità alle novità, soprattutto per le file ai banchi con il classico numeretto. Scrupolosi.
 
FORMA E SOSTANZA. In quest’altro supermercato di prossimità, sempre alla periferia ovest della città, le regole vengono applicate alla lettera il giorno stesso dell’entrata in vigore del Decreto 8 Marzo. Adesivi sul pavimento per il rispetto del metro di distanza alle file ai banchi e alla cassa; cassieri con guanti e mascherine, disinfettano con l’alcol denaturato superfici, casse e pos dei bancomat ad ogni cliente che paga; alla cassa ci si avvicina uno alla volta, chiamati dal cassiere, per evitare contatti e assembramenti. Sembra tutto ok, se non fosse che appena il giorno successivo le regole non vengono più rispettate, o applicate in maniera inefficace, sia dal personale del supermercato che ovviamente dalla clientela meno attenta. Il disinfettante per le mani all’ingresso finisce dietro una colonna, invisibile, e bisogna avvicinarsi alla cassa per farselo indicare. Al reparto frutta i clienti spulciano frutta e verdura senza guanti monouso. La radio interna (a basso volume) ricorda le regole appena introdotte nel supermercato, ma che nessuno fa rispettare o si premura di controllare. 
Alla cassa la fila torna quella dei giorni precedenti, con i carrelli in fila a stretta distanza e i clienti che non rispettano la fila. I cassieri hanno i guanti in lattice monouso, ma non li cambiano mai (usati così sono molto più contaminanti rispetto al semplice lavaggio delle mani). Le mascherine dei cassieri sono allentate e appese alle orecchie, del tutto inefficaci. È comparsa una barriera in plexiglass davanti al cassiere, ma per pagare e farsi dare le buste bisogna comunque aggirarla, vanificando l’effetto protezione. Ma non è solo questione di supermercato e del suo personale distratto: sono i clienti stessi a non rispettare le regole fissate dal punto vendita e richiamate sui cartelli e con la fonodiffusione. Si accalcano in fila, stretti gli uni agli altri, troppo vicini, si muovono tra gli spazi delle casse, attorno agli altri clienti, quando dovrebbero stare almeno ad un metro, fanno avanti e indietro tra il marito in fila col carrello e la moglie in giro per i reparti. Un’anziana signora si soffia il naso  nel fazzoletto e lo ripone nella manica del cappotto. L’anziano signore tossisce e poi si mette a toccare la merce. Il giovane padre di famiglia apre le sportine in plastica bagnandosi le dita sulle labbra. Per la serie: la forma è rispettata, ma nella sostanza abbiamo assistito a centinaia di possibili contaminazioni evitabili.
 
CONTENERE. Questo punto vendita è un riferimento lungo l’asse tra Teramo e San Nicolò a Tordino. Il cliente tipo si prepara alla pandemia con scorte annuali di carta igienica,  acqua minerale e carne d’agnello. Le norme anti Coronavirus sono in vigore da due giorni, ma di disinfettante all’ingresso non se ne vede l’ombra. L’assembramento tra i banchi  alle casse è quello tipico di tutti i giorni. Tanti clienti, tante file, tante nuove regole, ma poco o nessun rispetto nella sostanza: le persone all’interno del mega supermercato sono troppe per essere gestite in sicurezza. Una misura responsabile sarebbe il “contenimento” degli ingressi più che del possibile virus, scaglionando l’accesso dei clienti come avviene già nelle zone rosse.