I commercianti teramani chiedono il congelamento dei pagamenti per superare la crisi

TERAMO – Il Consorzio dei commercianti teramani Shopping in Teramo Centro plaude all’iniziativa di Confcommercio Teramo e si unisce alla richiesta di “congelamento di tutti i pagamenti per le attività e alla sospensione di tutte le possibili segnalazioni bancarie, alla centrale rischi di Banca D’Italia e al Crif, per gli eventuali insoluti dei mutui, nonché al blocco dei protesti delle scadenze e/o dei titoli di pagamento già emessi dalle aziende nei confronti dei propri fornitori”. 

Tutto ciò viene formulato nuovamente nel tentativo di sensibilizzare le istituzioni cittadine, regionali e nazionali, nonché gli istituti di credito, affinché in questo gravissimo momento storico, si tengano presenti le istanze dei commercianti teramani, prossimi a scadenze economiche importanti che li interesseranno a partire da marzo per i prossimi mesi. 

Una situazione esplosiva che rischia di compromettere in maniera insanabile il fragile tessuto economico cittadino, qià segnato in passato da molti eventi negativi; una crisi irreversibile per tante famiglie di lavoratori teramani, che potrebbe mettere a rischio moltissimi posti di lavoro.
Invitiamo pertanto il Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto e il Presidente della Provincia di Teramo Diego Di Bonaventura ad intraprendere tutte le iniziative possibili nei confronti del Governo affinché questa situazione trovi al più presto delle risposte. 

PRESTITI, MUTUI E RATE PER LE PMI. Intanto il Decreto n. 18/2020, c.d. “Cura Italia”, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17.03.2020, prevede una moratoria sui prestiti e sulle linee di credito delle piccole e medie imprese. L’Abi Associazione Bancaria Italiana, ricorda con una circolare (la UCR/00593 del 24 marzo 2020) a tutti gli istituti finanziari autorizzati a concedere finanziamenti in Italia, che sono obbligati ad accettare le domande che le imprese presenteranno per la sospensione dei finanziamenti.

A pagina 4 della circolare si legge testualmente: 

 «Secondo quanto precisato dal Ministero con le FAQ del 22 marzo 2020, nella suddetta comunicazione l’impresa deve tra l’altro auto-dichiarare: 

–  il finanziamento per il quale si presenta la comunicazione di moratoria;
–  “di aver subito in via temporanea carenze di liquidità quale conseguenza della diffusione dell’epidemia da COVID-19”;
–  di soddisfare i requisiti per la qualifica di micro, piccola o media impresa;
–  di essere consapevole delle conseguenze civili e penali in caso di dichiarazioni mendaci ai sensi dell’art. 47 DPR 445/2000. 


Le banche e gli intermediari finanziari vigilati e gli altri soggetti abilitati alla concessione del credito in Italia sono tenuti ad accettare le comunicazioni di moratoria se rispettano i requisiti previsti dal decreto-legge.
Ciò tra l’altro non implica, quindi, che la banca debba verificare la veridicità delle autodichiarazioni effettuate dalle imprese, ma solo che la predetta comunicazione contenga gli elementi sopra indicati.
La comunicazione può essere inviata da parte dell’impresa anche via PEC, ovvero attraverso altre modalità che consentano di tenere traccia della comunicazione con data certa.
Secondo quanto precisato anche nella relazione illustrativa del decreto, le misure di cui al comma 2, lett. a), b) e c) si applicano esclusivamente ai finanziamenti ottenuti dalle imprese prima della data di entrata in vigore dello stesso decreto».