TERAMO – I sindacati chiedono la chiusura dell’Alfagomma, al nucleo industriale di Sant’Atto, e dichiarano lo stato d’agitazione per la mancata sospensione dell’attività della fabbrica durante l’emergenza Coronavirus. Le Segreterie FILCTEM CGIL e FEMCA CISL di Teramo con la Rsu hanno appreso che l’azienda ha chiesto alla Prefettura di Teramo il proseguimento dell’attività sulla base del fatto che il codice Ateco non è ricompreso tra le le attività non essenziali menzionate nel Decreto del 25 marzo, dichiarando che la propria attività è funzionale alle filiere dei settori la cui attività è consentita.
I sindacati hanno richiesto formalmente la sospensione dell’attività e la consultazione sindacale alla Prefettura dil 27 marzo, non condividendo la posizione aziendale che ha mostrato nella scorsa settimana indisponibilità su qualunque ipotesi di riduzione parziale di attività, da discutere eventualmente sulla funzionalità alle filiere essenziali.
I sindacati ribadiscono che la sospensione delle attività è assolutamente opportuna per garantire che il periodo di fermata rappresenti uno strumento di verifica sul potenziale rischio contagio, consentendo nel contempo di recuperare un clima di maggiore serenità dei dipendenti Alfagomma. Aziende leader nel loro settore come Alfagomma, a nostro avviso, hanno a disposizione tutti gli strumenti e tutte le condizioni per rendere possibile l’applicazione del principio di massima precauzione, in una fase nella quale il contenimento del contagio sul nostro territorio è ancora possibile».
Per questo motivo i sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione e sollecitano la Prefettura a procedere all’esame congiunto della situazione, riservandosi ulteriori iniziative sulla base degli sviluppi della vicenda.