(Ex) maggioranza divisa sull'utilità di spostare la cabina Enel alla Madonna della Cona

TERAMO – Opinioni contrastanti all’interno della ex maggioranza che sostiene il sindaco Gianguido D’Alberto a proposito dello spostamento della cabina elettrica Enel/Terna nel quartiere della Madonna della Cona. Con il Pd che plaude al sindaco D’Alberto e si loda per aver mantenuto le idee chiare sul progetto, e l’associazione civica Teramo 3.0 (ormai fuori dalla maggioranza e scollegata dai renziani di Italia Viva), completamente contraria alla delocalizzazione, che altro non sarebbe che uno spostamento dall’altra parte della strada a carissimo prezzo per le casse della collettività.

IL PD. Il Gruppo Consiliare e il Partito Democratico di Teramo in una nota scrivono: «Nei giorni scorsi è stata sottoscritta tra il Comune di Teramo e la Regione Abruzzo la convenzione che sancisce le modalità per la delocalizzazione della cabina Enel della Cona, di cui l’odierna Amministrazione comunale si era fatta carico sin da subito attraverso l’approvazione di uno dei primi atti da parte del Consiglio Comunale. Un impegno portato avanti e mantenuto dalla maggioranza di centrosinistra, che accorcia il percorso che ancora separa i Cittadini ed il quartiere dal punto di arrivo che ci siamo prefissi e abbiamo votato in Consiglio: la riqualificazione dell’area attraverso la delocalizzazione della cabina, che verrà sostituita da una più moderna e meno impattante con eliminazione dei tralicci e dei cavi sospesi, e la realizzazione di un giardino pubblico al posto di quella esistente. Fieri del risultato raggiunto, sentiamo il dovere di ringraziare pubblicamente il Comitato di quartiere della Cona che ha portato avanti con caparbietà, per anni prima del nostro insediamento in Comune – e anche durante il nostro mandato -, questa richiesta e che è stata il motore della battaglia di una intera comunità e che ha visto al suo fianco tutta l’Amministrazione a cominciare dal sindaco D’Alberto, per arrivare all’assessore Cavallari, che ha raccolto e portato a compimento il lungo lavoro svolto dall’assessore Stefania Di Padova, che vogliamo pertanto ringraziare per quanto fatto  durante i mesi in cui ha esercitato la delega oggi passata al vicesindaco, rendendo possibile il risultato di oggi. Infine un doveroso e giusto ringraziamento va rivolto all’allora Presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, che raccogliendo l’invito fattogli proprio dal Comitato di quartiere, ebbe la sensibilità di inserire il progetto della centrale Cona nell’ambito dei Masterplan erogati dalla Regione per la nostra Città, con una dotazione di 2,5 milioni di euro, che hanno reso possibile il raggiungimento dell’obiettivo. Un’attenzione verso Teramo dimostrata allora attraverso questo e altri Masterplan incentrati sul Capoluogo  e sulla nostra Provincia (ricordiamo tra gli altri la ristrutturazione dell’ex Ospedale Psichiatrico, la nuova sede dell’IZS, il finanziamento per la realizzazione del 4 e ultimo lotto della Teramo-Mare), che dimostrano solo la lungimiranza e la tenacia di allora, ribadite ieri con la disponibilità  di rimanere al fianco della nostra Teramo, nel nuovo ruolo istituzionale che riveste, per la realizzazione di tutti i progetti lasciatici in eredità».

 

TERAMO 3.0. Il fondatore di Teramo 3.0, Christian Francia, è di idee diametralmente opposte: "il progetto non s’ha da fare": «Dimentichiamo la propaganda politica e iniziamo a dire la verità sulla famigerata Centrale Enel della Cona. Un’operazione finalizzata alla "delocalizzazione dell’impianto" che avrebbe un costo complessivo di 2,8 milioni di euro (dei quali 2,5 milioni finanziati dalla Regione e 300mila euro a carico dei teramani). Avendo il sottoscritto studiato tutti i documenti, posso esprimere un qualificato parere in merito.
 
1) Innanzitutto la cosiddetta "Centrale elettrica" non è affatto una centrale, bensì una "Cabina Primaria", cioè solo il luogo della trasformazione da alta a media tensione. Ciò comporta che non vi siano assolutamente problematiche sanitarie e neppure di rischio per la salute umana degli abitanti del quartiere (come ampiamente dimostrato dalla competente ARTA regionale), per cui è da escludere in radice che il cortissimo spostamento che si ipotizza possa produrre, anche solo in ipotesi, un minor rischio.
 
2) In secondo luogo il finanziamento del Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC) di euro 2,5 milioni, è stato individuato allo scopo di “delocalizzare” la Cabina Primaria della Cona in quanto rappresenterebbe “un forte detrattore ambientale”. Purtroppo l’ipotizzato spostamento della Cabina di circa 20 metri (cioè il semplice attraversamento della strada) non può in nessun modo rappresentare una delocalizzazione. Per questo la finalità pubblica del finanziamento viene palesemente travisata. La delibera della giunta comunale di Teramo prevedeva lo spostamento in Contrada Gattia, ipotesi che almeno avrebbe eliminato la bruttura dal quartiere Cona, cosa che il progetto in itinere non farà.

3) Chi ha partorito l’idea di far attraversare la strada alla Cabina Enel ha lamentato una “cesura urbanistica” fra la parte alta della Cona (Via Bafile) e la Statale 80 a causa della presenza ingombrante della centrale, ma se così fosse tale cesura urbanistica si riproporrebbe identica con lo spostamento ipotizzato, in quanto lo stesso rappresenta una identica cesura urbanistica fra la parte bassa della Cona e il lungofiume Tordino.

4) Non è né lecito né corretto spendere 2,5 milioni di soldi pubblici per effettuare un minispostamento della cabina primaria che avrebbe come unico effetto la liberazione di un’area di circa 4.900 metri quadrati, operazione che potrebbe benissimo essere fatta sul nuovo sito individuato per lo spostamento, il quale viene stimato per l’acquisto in euro 250.000, cioè a dire il 10% del costo complessivo dell’operazione. Tutto il resto del finanziamento (oltre 1,5 milioni di euro) serve a remunerare due società private che svolgono il servizio commerciale di erogazione di energia elettrica a pagamento, servizio già abbondantemente renumerato dalle bollette a carico degli utenti.

5) Peraltro, nel caso si volesse ottenere una nuova piazzetta per il quartiere, il luogo dove oggi insiste la cabina primaria non sarebbe certo l’ubicazione migliore, in quanto è di assoluto maggior pregio il terreno della ex Fornace.

6) Per l’assessore ai Lavori Pubblici Giovanni Cavallari la firma della convenzione sarebbe “un grande risultato che consente di sviluppare le successive fasi del progetto, anche in relazione agli impegni economici assunti con Enel e che ci proietta verso le procedure tecnico-amministrative che consentiranno nel prossimo futuro lo spostamento definitivo della centrale elettrica e il miglioramento ambientale e qualitativo della zona”. Niente di più sbagliato. Nessun risultato positivo si otterrebbe dal solo attraversamento della strada con lo spostamento di 20 metri della Cabina Enel: ci sarebbero molti più residenti che si ritroverebbero la nuova cabina a ridosso delle loro abitazioni, rispetto ai minori residenti adiacenti all’attuale cabina, e ciò rappresenta un evidente peggioramento in termini ambientali.

7) Il Sindaco Gianguido D’Alberto sottolinea che "il Comune continuerà a eseguire tutti gli atti necessari per la realizzazione del progetto di delocalizzazione", ma purtroppo qualcuno dovrebbe informarlo che non si tratta di una delocalizzazione, bensì di un microspostamento. Molto meglio sarebbe stato se lo spostamento fosse stato previsto in Contrada Gattia, come correttamente prevedeva la delibera di giunta comunale, perché almeno a Gattia non abita nessuno nelle immediate vicinanze.

8) Luciano D’Alfonso afferma che sarebbe stato risolto "il grande dramma dell’inquinamento elettromagnetico". Peccato che i documenti dell’ARTA dicano a chiare lettere che non c’è nessun problema di inquinamento elettromagnetico, soprattutto perché non c’è nessuna centrale, ma soltanto una Cabina Primaria.

9) D’Alfonso si vanta di aver provveduto al "fabbisogno finanziario per la delocalizzazione". Anche a lui qualcuno dovrebbe spiegare che non c’è nessuna delocalizzazione, bensì solo l’attraversamento della strada. E i soldi non sono i suoi, bensì sono Fondi Europei pagati dai cittadini stessi.

10) D’ALfonso afferma che "la pigrizia iniziale di Enel venne riconvertita dalla velocità di collaborazione di Terna". E lo credo! A due società private non pare vero di poter ristrutturare una loro Cabina elettrica con i soldi dei contribuenti che già pagano gli ammodernamenti della rete elettrica nelle loro bollette! 

11) D’Alfonso: "Oggi si festeggia un importante passo avanti", ed elogia coloro che hanno fatto "in modo che la filiera istituzionale capisse esattamente cosa andava fatto e con quale livello di priorità". Purtroppo la filiera istituzionale non ha letto i documenti e non ha capito proprio niente di cosa andrebbe fatto (cioè almeno lo spostamento in Contrada Gattia, o quantomeno l’attraversamento della strada, ma non con soldi pubblici, bensì con i soldi di Enel e Terna). Quanto al livello di priorità moriremo tutti di vecchiaia prima di vedere l’operazione terminata.

12) Per concludere D’Alfonso afferma: "Adesso andiamo avanti superando il ventisettismo mentale che a volte prende alcuni pezzettini di burocrazia e facciamo in modo che velocemente si possa cantierare". Tradotto per i cittadini, il senatore vorrebbe far capire che se non si combina mai nulla è colpa dei dipendenti pubblici che pensano solo al 27 del mese (data di erogazione dello stipendio) e mai al raggiungimento degli obiettivi. Vorrei sottolineare che quei dipendenti responsabili della paralisi di questo specifico progetto – che per logica non dovrebbe essere realizzato (e comunque mai con soldi pubblici) – sono stati messi lì con incarico fiduciario prima dall’ex sindaco Brucchi e da due anni con incarico fiduciario dell’attuale sindaco D’Alberto. Per cui sapete con chi prendervela alle prossime elezioni del 2023 (quando ovviamente non sarà stato realizzato ancora nulla alla Cona).