Droga e microcellulari tra le mura di Castrogno, raffica di sequestri

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TERAMO – Nonostante i divieti di uscire di casa durante il periodo di quarantena, attorno al carcere di Castrogno c’è chi s’ingegna per introdurre tra i detenuti cellulari e sostanze stupefacenti utilizzando degli espedienti. La Polizia Penitenziaria teramana, diretta dal commissario Livio Recchiuti, nella notte di sabato 4 aprile ha rinvenuto sotto le mura di cinta del carcere un pallone da calcio imbottito con cinque micro cellulari, tre sim, circa 32 grammi di hashish e circa 27 grammi di cocaina. Nei giorni precedenti invece un romano di 50 anni è stato sorpreso davanti alle mura di cinta del penitenziario mentre cercava di lanciare all’interno degli ovuli ripieni di micro cellulari. Mentre all’interno del carcere, in un pacco destinato ad un detenuto campano dell’Alta Sicurezza sono stati rinvenuti altri micro telefonini e sostanza stupefacente. Le persone identificate nei traffici di cellulari e stupefacenti sono state denunciate, mentre sono in corso le indagini sul pallone rinvenuto sabato notte, partendo dall’attivazione delle sim.

Il sindacato Sappe ha esternato in una nota “il vivo compiacimento per le brillanti operazioni che hanno bloccato l’ingresso nell’istituto di droga e telefonini cellulari, in particolar modo nella sezione dell’alta sicurezza dove sono ristretti detenuti condannati per mafia, camorra e ‘ndrangheta”. Il Sappe chiede ai vertici ministeriali un netto “cambio di passo” nelle attività di contrasto all’indebito possesso ed uso di telefoni cellulari e droga in carcere, “a tutela di coloro che in prima linea delle sezioni detentive rappresentano lo Stato, ossia gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria”, dotando i Reparti di unità cinofile per il contrasto della droga e di adeguata strumentazione tecnologica per contrastare l’indebito uso di telefonini cellulari o altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti nei penitenziari italiani.