L’assemblea dell’Ersi non interessa ai sindaci di centrodestra

Salta per mancanza di numero legale la discussione sulla relazione al bilancio del Ruzzo. Se ne riparla lunedì

TERAMO – Secondo i rumors doveva essere l’ennesima occasione per uno sgambetto tra Comune di Teramo e Ruzzo, con tanto di trappola per la governance dell’Acquedotto con conferenza stampa del sindaco Gianguido D’Alberto durante la riunione.

È stato invece un confronto pubblico assai utile, pieno di dati e spiegazioni, in vista dell’approvazione del bilancio della Ruzzo Reti, cui la società – parole dei controllori – arriva con qualche criticità da affrontare, ma con una forte rassicurazione: non siamo di fronte ad un nuovo caso Aca.

Alla Sala polifunzionale della Provincia questa mattina è andato in scena l’ennesimo conflitto su scala locale della più ampia guerra fredda che da qualche tempo va avanti sul Ruzzo, con la contrapposizione tra parte dei sindaci ‘non allineati’ (ma in scia al primo cittadino Gianguido D’Alberto) e la governance dell’Acquedotto. A ricordarcelo sono stati proprio alcuni sindaci di centrosinistra, che nei loro interventi hanno sottolineato come i giornalisti siano troppo concentrati sulla faida tra il Ruzzo e il Comune di Teramo.

L’assemblea convocata dal Presidente provinciale Diego Di Bonaventura, prevista per le 10, è andata deserta in prima convocazione e tecnicamente dovrebbe essere aggiornata per lunedì: presenti solo 13 sindaci (o i loro delegati, tra i quali non tutti erano soci del Ruzzo, vedasi Pineto che ha chiesto l’adesione due anni fa), la maggior parte di centrosinistra, e assenti non solo Di Bonaventura e il governatore Marsilio, ma anche i 34 sindaci di centrodestra e quelli comunque ‘garanti’ del patto sulla governance del Ruzzo.

Occasione del conflitto è stata la convocazione dell’Assemblea dei sindaci della Provincia per interloquire con l’Ersi, l’ente che gestisce il controllo analogo sull’acquedotto del Ruzzo per conto dei sindaci stessi: una sorta di confronto tra i sindaci ‘proprietari’ del Ruzzo e coloro che per legge sono tenuti a vigilare sulla società pubblica, in vista della loro relazione sul bilancio 2019, pronto all’approvazione la prossima settimana in via Dati.

Visto però che all’assemblea di stamattina si sono presentati puntuali sia il presidente dell’Ersi (Nunzio Meroli) che il suo direttore (Corrado Rossi), l’assemblea – su proposta del sindaco D’Alberto, accettata unanimemente da tutti i sindaci di centrosinistra presenti – ha deciso di proseguire i lavori con due momenti distinti: quello ‘politico’, con l’intervento di alcuni sindaci sui motivi della diserzione in blocco dell’assemblea da parte dei rappresentanti del centrodestra, della Provincia e della Regione, con la critica al Ruzzo per non aver mai inviato i rilievi sollevati dall’Ersi; poi quello ‘tecnico’ nel quale si è deciso di ‘sentire’ informalmente l’Ersi con alcune anticipazioni sulla relazione che lunedì presenterà sul Ruzzo, prima del voto sul bilancio, anche ai sindaci assenti. Su questo punto, con l’opposizione del segretario generale della Provincia, i sindaci hanno convenuto di chiudere anticipatamente l’assemblea e di sentire comunque l’Ersi al di fuori della cornice istituzionale, naturalmente con il consenso degli amministratori della società di controllo.

Le domande dei sindaci di centrosinistra si sono ovviamente concentrate sul bilancio 2019 del Ruzzo e sulle sue criticità. La prossima settimana il documento arriverà al voto dell’assemblea dei soci con un attivo, ma solo grazie ad un contributo straordinario dell’Arera per il rimborso delle bollette non pagate a causa dell’emergenza sisma nell’anno precedente. Un una tantum, definito ‘artificio contabile’ dal sindaco di Teramo, senza il quale il bilancio della Ruzzo Reti sarebbe in passivo. Circostanza sottolineata anche per la gestione dell’anno precedente dal sindaco di Mosciano Giuliano Galiffi, che ha fatto riferimento invece ad una posta attiva per un contenzioso Aca – Ruzzo da oltre 3 milioni, ridotto però dalla sentenza d’appello a poco meno di un milione di euro, ma non aggiornato sul conto economico.