‘Vax day’ al Mazzini con poche defezioni: la sanità abruzzese mostra i muscoli con il Covid

Definita da tutti “giornata storica”. Dal 4 gennaio secondo step per le categorie da proteggere

TERAMO – Una giornata storica, anche Teramo ha partecipato all’anteprima europea della vaccinazione anti Covid 19, scattata simultaneamente in tutti i Paesi europei e in Italia. Il Mazzini di Teramo, il servizio di Cardiologia al pianterreno del II lotto, è stato il teatro di quella che si è trasformata in una kermesse, in cui tanti, politici, amministratori Asl, operatori della sanità hanno voluto esserci per mettere il timbro su una mattina che resterà nella storia della sanità locale e non solo.

A far da padrone di casa il direttore generale della Asl, Maurizio Di Giosia con al fianco il direttore sanitario Maurizio Brucchi a far da cicerone e perfino conduttore della diretta streaming che l’azienda sanitaria ha voluto organizzare per segnare l’evento. L’assessore Nicoleta Verì ha ricordato che questo momento storico “arriva durante un percorso sofferto in cui l’Abruzzo ha messo in campo tutte le sue forze e le sue professionalità per affrontare in maniera decisiva la diffusione della pandemia e che questa è soltanto la prima fase che porterà alla vaccinazione di più abruzzesi possibili“. L’assessore ha ricordato che il secondo step riguarderà gli operatori sanitari e le forze dell’ordine, oltre agli ospiti delle Rsa e che finora sulla piattaforma regionale si sono iscritti oltre 16mila tra medici, professioni sanitarie e altri ordini sanitari.

Non c’erano tutti i 135 delle quattro Asl (più due ospiti della casa di riposo De Benedictis) destinati a ricevere la prima dose, perché uno si è scoperto positivo proprio in queste ore e un’altra mezza dozzina non ha potuto, ma tutto è andato secondo procedura e previsioni: il primo ad ‘accomodarsi’ in uno dei tre ambulatori allestiti è stato il capo del Dipartimento toraco-cardio-vascolare della Asl teramana, Cosimo Napoletano: “Mi sento molto bene, apriamo la strada a combattere questo virus e ci permetterà di tornare a vivere – ha detto -. E’ importante che la popolazione lo faccia e mi auguro che la mia categoria, come presidente dell’Ordine dei medici, possa favorire la vaccinazione di massa. Pensate che i morti finora di Covid nel mondo equivalgono alla popolazione abruzzese, un milione e trecentomila persone…”

Soddisfatto del suo contributo anche il ‘decano’ dei medici ospedalieri in servizio, Girolamo Cretara, 69enne: “Spero che attraverso il mio esempio tantissimi altri decidano di farlo – ha detto Cretara, confermando di sentirsi benissimo -. E’ fondamentale per interrompere la catena di morti“.

Commovente, per certi versi, la testimonianza del primo cittadino non operatore sanitario, Ivo Fraticelli, 88enne pensionato della ex Cassa per il Mezzogiorno, ospite della casa di riposo De Benedictis: “Sono orgoglioso di potermi vaccinare – ha detto con fermezza -. Spero che con l’impegno di tutti noi e rispettando le regole che lo Stato ci ha dato, come la mascherina, la distanza sociale e la sanificazione delle mani, noi potremo erigere un muro grande contro questo virus“.

Secondo il direttore sanitario Maurizio Brucchi, il testo odierno sarà banco di prova per il piano operativo che dal 4 gennaio vedrà la vaccinazione allargata agli operatori sanitari. La Asl ha già pronto il programma tecnico-logistico della vaccinazione ulteriore, quella su larga scala, che porterà la popolazione. ricevere l’antidoto: “Sarà organizzata sulla mappa dei sei distretti sanitari di base, dove lavoreranno le sei equipe in campo oggi (composte da una medico, un infermiere un opeeratore socio-sanitario) e a cui afferiranno tutti i cittadini delle zone di competenza“.