Un pasticcio chiamato Prati di Tivo: tra annunci e prese in giro hanno fatto morire lo sci

Dove c’è neve si scia, tranne che sul Gran Sasso Teramano. E non si scierà più. L’imprenditore Finori, nuovo proprietario, la annuncia sul giornale: “Non butto 130mila euro per aprire a fine gennaio”…

TERAMO – E’ duro il nuovo sindaco di Pietracamela, Antonio Villani, che prima di essere un medico e un sindaco, è uno sciatore provetto. Se dice di essere “basito, deluso e arrabbiato” e se non riesce a capire se “si tratta di incompetenza o se c’è qualcosa di peggio, magari un piano per far funzionare gli impianti solamente in estate quando la gestione e la manutenzione costano meno”, Villani ha ragione.

Perchè anche lui, quando non era ancora sindaco, ne aveva sentite tante. Aveva sentito anche gridare ai quattro venti, con aria addirittura offesa e toni bellicosi, il presidente della Provincia, “gli impianti riapriranno dal 15 dicembre….”: Era però la stessa frase dell’anno precedente, quando addirittura il limite temporale era stato… retrodatato all’Immacolata e poi posticipato a metà gennaio. Come era andata a finire? Gli impianti, inutile ricordarlo, non hanno mai riaperto.

E anche quest’anno non riapriranno. Ce lo ha anticipato l’imprenditore Marco Finori, il potenziale nuovo proprietario degli impianti di risalita (a proposito, a quando il rogito notarile?), sulla prima pagina di questa mattina dell’edizione Abruzzo del quotidiano Il Messaggero, a firma di Stefano Ardito: “Tentare di farla adesso (la manutenzione, ndr) a passo di carica per aprire a fine gennaio quando la stagione sta per terminare, significa di rischiare di buttare via almeno 130mila euro. Non me lo posso permettere”, ha detto.

Inutile che si affannino il sindaco Villani, gli operatori e quanti ancora, ingenui, credono in Babbo Natale. La stagione è saltata di nuovo, sepolta sotto una coltre di neve, che sia tanta o poca non serve, di un inverno che, lo sanno anche quelli del… mare, impedirà di poter lavorare in quota per piazzare i sistemi di sicurezza che diano l’ok all’apertura della stazione sciistica e che impedirà di fare una regolare manutenzione agli impianti. Lo sci è morto ai Prati, mettiamocelo in testa ormai. Due anni saltati, le mille difficoltà di viabilità, logistica e perchè no? anche i costi dei ticket, col passare del tempo hanno portato i ‘clienti’ altrove, a pochi chilometri più lontano dal versante teramano del Gran Sasso. E irreversibilmente, aggiungiamo noi.

Ma c’è qualcuno che pagherà per queste colpe? C’è qualcuno che chiederà scusa dopo aver fatto annunci, false promesse ed essersela presa con le beghe da bottega ma che per primo ha mostrato completo disinteresse per la stazione turistica della ‘sua’ Provincia, decidendo di vendere le quote della Gran Sasso teramano e investendo in un altro consorzio di un altro comprensorio turistico? Noi crediamo di no. O ci sarà chi spiegherà perché, per l’ennesima volta, spende soldi pubblici per la sistemazione degli O’BellX, costati al rapporto un occhio della testa e ancora nascosti nel deposito alle porte dei Prati di Tivo?