VIDEO/ Fin Television fallita, Teleponte verso la chiusura

La società editrice della storica emittente – in concordato preventivo dal 2017 – non ha rispettato il piano di ristrutturazione concesso, lasciando a secco i creditori. Era stata fondata quasi 40 anni fa

TERAMO – Alla lunga, il non aver pagato nemmeno un creditore pur continuando l’attività di impresa televisiva, ha pesato sulla valutazione degli organi di controllo del concordato preventivo concesso alla Fin Television, società editrice proprietaria di Teleponte. Con la conseguenza che, nell’udienza fissata allo scorso 7 dicembre, il giudice delegato Giovanni Cirillo, ha decretato il fallimento della società rappresentata da Chiara Morrone. Questo, in linea diretta, comporterà la quasi inevitabile chiusura della storica emittente televisiva cittadina, fondata nel lontano 1985 dall’imprenditore Fernando Scarpelli a Ponte Vomano.

Il concordato era stato richiesto nel 2017, su iniziativa dell’allora proprietà di Teleponte, per ‘anticipare’ la richiesta di fallimento avanzata dai dipendenti, tecnici e giornalisti, e un fornitore, che non ricevevano da tempo le spettanze. La procedura fallimentare, però, non ha rispettato il piano concesso fino all’inevitabile fallimento, dopo l’ulteriore iniziativa di tre ex dipendenti e altri fornitori, che hanno atteso invano che l’omologa (entro un anno) potesse far vedere loro quanto a credito. Nel frattempo, in questi quasi 7 anni, la tv ha continuato a trasmettere su due canali (lo storico 15 e il 117 del digitale terrestre), gestendo l’attività in continuità, non chiudendo due sostanziose trattative per la vendita della televisione e perdendo quei requisiti che tra tre o quattro mesi saranno decisivi per ottenere una nuova frequenza, nell’ambito della rivoluzione voluta dal Mise per il riordino dei canali televisivi. Dunque la fine dell’emittente, come Fin Television/Teleponte, sarebbe stata di fatto imminente.

Come accade in questi casi, il giudice ha convocato al prossimo mese di aprile l’adunanza dei creditori per la valutazione dello stato passivo e la nomina di un curatore fallimentare. Fino a quel momento è probabile che venga autorizzato il rinvio dello spegnimento del canale. Dopo 40 anni di grandi successi nel campo dell’informazione, un altro pezzo di storia della città va a farsi benedire.