Petrella atteso al vaccino ma bloccato a casa: è stato arrestato per la morte di un paziente

Inutile cercare l’ex ginecologo teramano ‘no-vax’ al Parco della Scienza stamattina: la Procura di Catanzaro lo accusa di aver prescritto terapie a base di funghi e di aver sconsigliato il ricovero alla vittima. L’indagine scaturita da un’altra che lo riguarda

TERAMO – Questa mattina era atteso all’hub vaccinale del Parco della Scienza, dove s’era prenotato per il vaccino da qualche settimana e dove tutti si aspettavano la sua ennesima presa di posizione, magari condita anche da uno show, come è nel suo costume.

Ma Roberto Petrella, il ginecologo teramano radiato dall’ordine dei medici, non si è potuto presentare perché è stato arrestato su ordine della procura di Catanzaro. Sì è finito in carcere ma stavolta per qualcosa che, stando alle accuse, è molto più grave dei suo sermoni-comizi sull’inutilità dei vaccini e di quello contro il Covid in particolare: Petrella, è agli arresti domiciliari per l’ipotesi di reato di omicidio colposo, perché avrebbe consigliato una cura alternativa ad un paziente residente in Campania seguito solo telefonicamente, che poi però è deceduto (non si sa ancora se per Covid).

L’arresto ai domiciliari è stato notificato dal personale della Digos di Catanzaro in esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip su richiesta della Procura catanzarese.
Il giorno prima del decesso, avvenuto in Campania, secondo quanto si è appreso, la moglie del paziente aveva chiamato il medico che le aveva sconsigliato di portarlo in ospedale suggerendole nuovamente una cura alternativa. 

L’arresto è stato chiesto dopo che nell’ambito di un’altra indagine ancora in corso, dalle intercettazioni telefoniche è emersa la vicenda del paziente campano. La Procura ha quindi chiesto l’emissione di un provvedimento urgente per evitare la reiterazione del reato ed il gip l’ha accolta pur dichiarandosi incompetente
territorialmente. Gli atti sono già stati trasmessi a Teramo.

L’ipotesi accusatoria è che il ginecologo non abbia effettuato una corretta diagnosi e non abbia apprestato il necessario trattamento terapeutico su un paziente con gravissime e molteplici patologie pregresse (cardiopatia con acuzie di infarto nel 2007, ipertensione, ipercolerestolemia, diabete, problemi di prostata), poi deceduto per un infarto del miocardio, e lo abbia “curato” con pratiche non riconosciute dalla scienza medica, procrastinando il ricovero ospedaliero ed impedendo l’attivazione di idonee terapie salvavita.

Le esigenze cautelari poste alla base del provvedimento cautelare sono state desunte dal gip dalla non occasionalità della condotta del medico, che secondo l’accusa ha sollecitato cure alternative alla medicina “ordinaria”, prive di validità scientifica, anche in relazione ad una paziente affetta da Covid-19, dando seguito ai numerosi proclami definiti “antiscientifici” dall’accusa, diffusi sul suo profilo Facebook, con ampio seguito.