Addio a Valentina, una vita spesa per non mollare

Affetta da una malattia rara, in dialisi da bambina e con un rigetto di trapianto, era impegnata con associazioni e incontri per alleggerire la sofferenza altrui con il suo esempio. Lavorava all’Inail, lascia il marito e una figlia

TERAMO – Ha vissuto quella vita che per lei si era subito presentata in salita, da quando era una bimba, per incoraggiare chi come lei soffriva di una malattia rara, ad affrontare il percorso ricco di asperità con grande forza e coraggio. Valentina Di Romano si è spenta a 38 anni, accarezzata nel trapasso da chi le ha voluto bene e l’ha accompagnata, il marito Emanuele e la figlia Chiara, la mamma Anna e il papà Pasquale, la sorella Silvia ma anche da tutti coloro che incontrandola in giro per l’Italia si sono arricchiti di buon senso e altruismo.

“Ho provato a essere normale ma mi annoiavo”, era il titolo del suo libro che aveva dato coraggio a tanti, un esempio di autoironia formativa che raccoglieva in una battuta tutto la sua odissea: dalla scoperta dalla malattia rara, la cistinosi nefropatica o infantile, meno di centinaio di casi in Italia, 2 o3mila in tutto il mon­do, un gene che induce un errore nel metabolismo e la cisteina non viene espulsa dall’organismo ma si accumula nelle cellule.

“Questa sono io – disse nel 2015 quando presentò a Teramo, nell’allora sala San Carlo, il suo libro -. Accetto la vita per quello che mi regala e non la odio per quello che non mi dà. Affronto la malattia con il sorriso e non mollo mai!». Aveva superato gli ostacoli, impegnandosi ad essere testimonial di come una malattia grave può essere affrontata con il sorriso: teramana impegnata nella promozione della donazione degli organi, un libro dedicato ai compagni che come lei vivono la dura esperienza della dialisi o hanno vissuto quella del trapianto e, come lei, purtroppo, del rigetto.

Lei, nonostante tutto ciò, svolgeva un lavoro nella sede provinciale Inail di Teramo, nel 2012 si era trasferita a vivere a Pescara con il marito Emanuele, poi l’arrivo della piccola Chiara, l’impegno nell’Associazione Aned come vice segretario regionale. Solo la morte ha spento quel sorriso, ma non il ricco bagaglio che ha saputo trasferire a chi sta male ma anche a chi deve sorvegliare sulla vita di chi non può ancora dare un nome alle cose e al dolore, come i bambini che rischiano di soffrire queste patologie. A lei va il ringraziamento di tutti e l’abbraccio più forte possibile.

La salma è esposta nella sala funeraria Petrucci Carlo nella zona artigianale di Villa Pavone. I funerali saranno celebrati domani alle 15 nella chiesa del core Immacolato di piazza Garibaldi.