Prati di Tivo, il Tar boccia Finori: la competenza è del giudice civile. Strada spianata per i Persia

Come ipotizzato, accogliendo i rilievi della Gran Sasso Teramano, il tribunale amministrativo si dichiara incompetente a giudicare. Domani l’assemblea dei soci che darà l’ok al rogito notarile con il nuovo acquirente

TERAMO – Come avevamo anticipato tra le ipotesi più probabili, il via libera alla stesura dell’atto con l’impresa dei fratelli Persia per la vendita degli impianti di risalita dei Prati di Tivo e di Pratoselva è arrivato dal Tar Abruzzo, al quale il gestore escluso, Marco Finori aveva fatto ricorso. L’ordinanza della sezione prima del Tribunale amministrativo regionale composto dal presidente Umberto Realfonzo, Mario Gabriele Perpetuini e Maria Colagrande, dichiara infatti il proprio difetto di giurisdizione e individua il giudice munito di giurisdizione il giudice ordinario (quello civile) dinanzi al quale la causa potrà essere riproposta nei termini di legge.

Si chiude così il capitolo Tar che aveva costituito un ulteriore ostacolo allo sblocco della situazione ai Prati di Tivo e creato un nuovo stallo quando si intravvedeva la possibilità di aprire per la stagione estiva con una nuova proprietà. Finori , che mirava chiaramente quantomeno ad una conferma della sospensiva, esce dunque sconfitto da quello che forse era l’ultimo tentativo di recuperare la gestione (almeno della stagione estiva), che adesso con ogni probabilità, assieme alla proprietà, andrà regolarmente nelle mani dei Persia.

Domani è infatti convocata l’assemblea dei soci della Gran Sasso Teramano che, dopo aver preso atto della decisione dei giudici del Tar, darà mandato al commissario liquidatore della società, Gabriele Di Natale (il cui lavoro condotto fino a oggi è riuscito tra mille difficoltà a sciogliere il bandolo della matassa) procederà all’avallo della firma del rogito notarile con l’impresa di Tottea di Crognaleto. Poi corsa contro il tempo per riavviare la seggio-cabinovia.