Stagione estiva ai Prati, Finori può accomodarsi

L’udienza fissata al 13 settembre e la sospensiva in atto ‘revocano’ il blocco alla gestione per l’imprenditore marchigiano che resta anche custode. Servono le manutenzioni e l’affitto all’Asbuc: prova del nove sulle possibilità di riapertura della seggiocabinovia

PIETRACAMELA – Apertura estiva della seggio-cabinovia dei Prati di Tivo, via libera alla ditta Marco Finori fino al 13 settembre. Nel rimbalzo di gestioni, vendite, ricorsi, appelli e sospensive, come se non bastasse quanto accaduto negli ultimi tre anni in questo spicchio di Gran Sasso tanto bello quanto vituperato, la sintesi, al 13 luglio, è questa.

La fissazione dell’udienza di merito del Consiglio di Stato al prossimo 13 settembre, e la sospensiva concessa dagli stessi giudici come richiesto dallo stesso Finori, di fatto hanno sbloccato il fermo gestione in capo all’imprenditore marchigiano. Già nella stessa serata di ieri, all’esito dell’udienza del Consiglio di Stato, la Gran Sasso Teramano ha notificato al Dipartimento Infrastrutture e Trasporti della Regione che decadono i provvedimenti di revoca della gestione a Finori e la conseguente restituzione degli impianti al Gst. Allo stesso tempo, è stato comunicato che all’ordine del giorno della prossima assemblea della società in liquidazione sarà discusso l’affidamento della gestione estiva.

Dunque, in sintesi, la sospensiva accordata dal Consiglio di Stato ha riconsegnato validità alla deliberazione con cui a dicembre la Gst prorogava a Finori la gestione degli impianti anche per la stagione estiva, prima che intervenisse il caos, le revoche, i ricorsi e i controricorsi. Già da
Finori avrebbe potuto riaprire la seggiovia della ‘Madonnina’ (come nostalgicamente tanti chiamano ancora l’impianto telemix), anche se questo non è possibile tecnicamente perché servono le manutenzioni e il successivo collaudo della seggio-cabinovia, oltre al pagamento all’Asbuc del canone di affitto dei terreni (17.500 euro/semestre).

Finalmente, insomma, Finori è in grado di dimostrare che può – come ha sempre anelato fare – riaprire l’impianto e dare modo a tutto il comprensorio di respirare, anche se i tempi sono strettissimi: per le manutenzioni occorrono almeno due settimane e bisognerebbe avviarle al più presto per avere, forse un altro mese, mese e mezzo per far girare l’impianto. Se questo non accadrà, sarà molto difficile capire perché.