Espianto nella notte per dare la vita con il dono di Flavia: polmoni, fegato e rene a Roma, Milano e Bari, il resto in Abruzzo

E’ stata lunga la ricerca dei riceventi compatibili in tutta Italia. Non è stato possibile espiantare cuore e cornee: quattro le persone aiutate a vivere

TERAMO – Saranno espiantati nella notte gli organi che, dopo la verifica delle compatibilità con i potenziali riceventi inseriti nelle liste di attesa della banca dati nazionale dei trapianti, saranno destinati a ridare speranza a chi aspetta da tanto di sopravvivere. Lo potranno fare con il fegato e i polmoni di Flavia Di Bonaventura, che sono andati rispettivamente a Milano (una equipe è atterrata a Pescara nella notte) e a Roma; un rene è stato trasferito a. Bari, un altro è rimasto in Abruzzo.

La tipizzazione tissutale di compatibilità in relazione agli esiti del trauma, ha reso difficile la donazione del cuore, in un primo momento destinato a Roma, e delle cornee. Dei reni come detto, uno è stato uno trapiantato su un ricevente residente nel Barese, l’altro all’Aquila.

Il dono di Flavia è compiuto. Al Mazzini è stata una notte di grande agitazione e impegno professionale, crocevia di speranza e di grande abnegazione: le equipe di espianto hanno lavorato sospinte dal grande stimolo che l’esempio della giovane rosetana ha dato alla comunità intera. La sua vita per altre quattro vite.

Per il Mazzini di Teramo si tratta del quarto prelievo multi organo di quest’anno, reso possibile, in primis, per la sensibilità mostrata dalla ragazza, che in vita aveva dato il proprio assenso alla donazione, e dei suoi familiari che hanno dato prova di una eccezionale disponibilità in un momento di profondo dolore.
Il mio ringraziamento va ai familiari, a cui sono vicino a nome di tutta la Asl – ha commentato il direttore generale Maurizio Di Giosia -. E ringrazio anche tutto il personale sanitario che si è speso in questo frangente. È stato un lavoro immane svolto da un gruppo coeso che ci ha creduto fino alla fine nonostante le tantissime difficoltà“.