FOTO/ Austerity, in via Balzarini c’è un edificio Ater dove le luci non si spengono mai

Nato per essere la ‘Fabbrica del Benessere’ e rivenduto come ‘casa della Regione’ per gli sfollati del sisma, ha un sistema tecnologico di domotica non completato che lascia sempre accesi led, fari e neon delle parti comuni. Chi pagherà le bollette? La denuncia della consigliera Ciammariconi

TERAMO – In tempo di austerity, con il richiamo al risparmio energetico e al rispetto di nuove regole che limitino il consumo di gas e luce, con lo spauracchio di un inverno difficile, a Teramo c’è un condominio dove le luci non si spengono mai. E non è uno stabile abitato da agiati proprietari. Qui vivono inquilini Ater che hanno perso per il sisma il loro alloggio.

Qui, sulla collina di Colleparco, in via Balzarini, avrebbero dovuto trascorre una seconda parte della propria esistenza ospiti di un particolare progetto di housing sociale della terza età, presentato in pompa magna sul cantiere, con passerella di imprenditori e politica, pubblicità a iosa, denominato ‘La Fabbrica del Benessere’. E dove i costi dell’energia – gestita da un impianto altamente tecnologico in ossequio ai principi della domotica – sarebbero rientrati in un più ampio bilancio di entrate e uscite aziendali. Di quel progetto poco o niente più si è saputo, riconvertito in un più fruttuoso investimento chiamato la ‘case della Regione’: immobili in fase finale di costruzione o invenduti, che sono stati acquistati dalla Regione e trasferiti in proprietà delle Ater, assegnati dopo selezione effettuata dal Comune.

Su quanto accaduto in via Balzarini negli ultimi tre anni stendiamo un velo pietoso. E soprattutto su come gli inquilini si siano lamentati a lungo dell’assenza delle più elementari necessità per una vita normale. Succede così quando determinati edifici devono essere consegnati frettolosamente a nuovi e ignari abitanti, Ignari che quella grande tecnologia, tra l’altro mai completata, si sarebbe rivelata un boomerang per loro. Oggi, come segnalato dalla consigliera comunale del Movimento 5 Stelle, Pina Ciammaricone, una delle poche se non l’unica a interessarsi di questa problematica, si torna a segnalare, visto il momento, che negli spazi comuni come androni, fondaci e garage, non si riesce a spegnere le luci: “Faretti, neon, led dentro e fuori lo stabile – scrive la consigliera Ciammariconi – ardono sempre a pieno regime, 24 ore su 24. E nell’anno di grazia 2022, quello della nuova austerity, non si trova un sistema per spegnerle. La problematica – aggiunge Ciammariconi – segnalata più volte all’amministrazione comunale e all’Ater stessa, insieme a decine di altre criticità ce caratterizzano il complesso, ha sostanzialmente visto i vertici delle due istituzioni fare spallucce. Le bollette però arriveranno e saranno spaventose. A chi toccherà pagarle?”. Bella domanda.

Il progetto iniziale della ‘Fabbrica del Benessere’