Dopo la riconsegna Finori chiede al giudice il sequestro degli impianti dei Prati di Tivo: “Costretto a farlo”

Ricorso d’urgenza, udienza fissata per discuterne al 10 gennaio. L’obiettivo è quello di impedire la vendita ad altri acquirenti (i fratelli Persia). L’ex gestore: “Ho offerto 1,6 milioni per comprarli ma nessuno mi risponde”

PIETRACAMELA – Non sono trascorsi nemmeno cinque giorni dalla riconsegna alla Gran Sasso Teramano, degli impianti di Prato Selva, dopo quelli dei Prati di Tivo, che Marco Finori ne torna a rivendicare il possesso attraverso il giudice. L’imprenditore sambenedettese, fino allo scorso mese di novembre gestore degli impianti di risalita dei Prati, ha infatti presentato un ricorso al giudice ordinario del tribunale di Teramo per chiedere il sequestro di tutti i beni che ha da poco restituito, con annesso risarcimento dei danni materiali

L’obiettivo è chiaro: impedire che la Gst proceda ad una vendita, escludendo Finori, ad un altro acquirente interessato, nella fattispecie l’impresa dei fratelli Persia, in predicato di subentrare dopo la lunga telenovela che ha impedito l’apertura per ben tre stagioni invernali consecutive della stazione sciistica teramana. Finori, ritenendo che questa aggiudicazione possa essere imminente (ricordiamo che non ha riconsegnato la seggio cabinovia, l’unica messa in movimento ma d’estate, che è sì nella disponibilità della Gst ma di proprietà della Provincia di Teramo), ha chiesto una fissazione d’urgenza dell’udienza di merito: il giudice l’ha accolta e ha programmato il dibattimento per il prossimo 10 gennaio.

Finori è tornato proprio oggi a ripetere che è sua intenzione acquistare gli impianti per poter gestire la stazione e farla ripartire e di aver scritto l’ennesima ‘pec’ sia al liquidatore della Gran Sasso Teramano, Gabriele Di Natale, che al presidente della Provincia, Diego Di Bonaventura, offrendo la somma di 1,650 milioni di euro, confermando anche l’impegno a investire nel corso dei prossimi anni 500mila euro sullo sviluppo di strutture e iniziative turistiche: “Ma stranamente nessuno mi risponde, essendo ormai palese a tutti che vogliono affidare e vendere la GST all’azienda vicina al Presidente della Provincia, unita ad una lotta personale del liquidatore verso la nostra società”.

E ha aggiunto: “Siamo stati costretti a chiedere il sequestro dei beni della gran sasso Teramano visto l’enorme danno causato dal liquidatore non permettendoci di aprire prima del 6 agosto 2022 un solo Impianto, pur avendo pienamente pagato l’affitto, anticipato il canone per la concessione dei terreni e tutto quello che ne concerne facendoci perdere tutta la stagione invernale e gran parte dell’estiva non firmando la richiesta alla Regione“.