La rissa di piazzale San Francesco: l’autore del folle lancio ha fatto ritrovare agli investigatori altre due bottiglie incendiarie pronte all’uso. Il procuratore Mancini: “Violenza colpa della diminuita vigilanza civica”
TERAMO – Sono stati individuati l’autore del lancio della bottiglia incendiaria e il coetaneo leggermente ferito dalla stessa, entrambi protagonisti con un’altra trentina di minorenni nella rissa di ieri pomeriggio a piazzale San Francesco. Si tratta di due 14enni. A identificarli, grazie a una serie di testimonianze, gli agenti della squadra mobile e delle volanti della Polizia di Stato, che ieri sera sono intervenuti sul posto assieme ai carabinieri e alla guardia di finanza per mettere ordine nell’ennesimo fatto di violenza in centro città. Il minorenne, i cui abiti ancora intrisi di benzina sono stati rinvenuti nel corso della perquisizione a casa, ha fatto ritrovare anche altre due bottiglie incendiarie, pronte all’uso e nascoste all’interno di uno zaino nascosto tra i cespugli vicino alla zona della rissa.
Uno dei partecipanti alla rissa, anche lui minorenne, raggiunto dalla bottiglia in fiamme, ha fatto ricorso alle cure del pronto soccorso e dimesso con una prognosi di 10 giorni.
La conferma dell’identificazione, e della denuncia a piede libero del minorenne e di un complice della stessa età, per i reati di fabbricazione o detenzione di materie esplodenti, accensioni ed esplosioni pericolose e lesioni personali aggravate, arriva dal procuratore dei minori del tribunale dell’Aquila, David Mancini. Il quale, nella nota diffusa alla stampa, ha offerto una sua personale analisi ‘socio-politica’ dei fatti che a Teramo si ripetono con drammatica frequenza.
Premettendo che “l’impegno profuso dalle forze dell’ordine, giunte prontamente ed operanti con la massima efficacia, rassicura sulla capacità di controllo di tali episodi“, il procuratore Mancini ritiene che “il ripetersi di fatti penalmente rilevanti all’interno del centro cittadino, caratterizzato da un’attuale diminuzione della ‘vigilanza civica’, causata dal contingente minore afflusso quotidiano di persone – dovuto a svariate ragioni – impone una riflessione collettiva, nel rispetto delle specifiche competenze, ferma restando la certezza dell’incondizionata opera degli uomini e delle donne delle forze dell’ordine“.
Nel registrare l’irrituale presa di posizione del magistrato, la riflessione collettiva andrebbe allargata ad ulteriori elementi, quali il ruolo delle famiglie (trattandosi di minorenni) e della scuola (il ritrovamento di coltelli addosso a quattordicenni non crediamo possa legarsi allo ‘spopolamento’ del centro storico).