E’ venuto a mancare in Croazia a 76 anni. Fu il primo straniero a giocare e ad allenare a Teramo (con la Campo del Re): con lui in panchina gli juniores vinsero lo scudetto
TERAMO – Il suo nome, per la pallamano teramana, era già leggenda. Oggi, alla notizia dolorosa che rimbalza dalla Croazia, sarà imperituro.
Ante Sabic è venuto a mancare all’età di 76 anni. A questo ‘sergente di ferro’ della Campo del Re Teramo è legata una fetta di storia, forse la più importante, della pallamano nostrana, quella battezzata e cullata nello storico campe di via Tripoti numero 1, alla Gammarana, quando la città alla domenica mattina alle 11:30, dopo la Messa, non saltava una partita dei biancorossi che giocavano ‘con le mani’.
Era la metà degli anni ’70 e il ricordo è vivissimo, non solo in chi questa disciplina l’ha vissuta in prima persona, da giocatore o da tifoso. Ante Sabic con i suoi modi di fare intransigenti, da slavo concreto e ben orientato verso il traguardo, visse una doppia esperienza a Teramo: fu il primo giocatore straniero in campo e dopo anche il primo allenatore. E laddove non riuscì a contribuire nella conquista della grande incompiuta della disciplina a Teramo, lo scudetto, lo portò a casa con i giovani, con la squadra juniores, che nel 1979 a Firenze vinse l’allora girone finale per cucirsi su petto un tricolore che già altre tre volte (1974, 1975 e 1976) Teramo aveva già conquistato.
Oggi quei giovani che lui era riuscito a formare, in una splendida fusione sportiva tra l’agonismo locale e la tecnica slava, sono attempati ex giocatori che hanno lasciato una impronta ben definita nella storia dell’handball, nazionale e internazionale, non solo con la maglia biancorossa ma anche con quella della Nazionale.
