Ultima timbratura dopo 44 anni di servizio per Cioci, infermiere dell’emergenza e dell’elisoccorso: dai tempi di Pallini ad oggi, tra passione, competenza, tanta esperienza e interventi salva-vita
TERAMO – L’ultima timbratura alle 14 di oggi, ha sancito un addio carico di emozione, commozione, felicità e già tanta nostalgia. Perchè a spiegarci il ‘peso’ del pensionamento di Alessandro Cioci, storico infermiere del 118 di Teramo, non bastano nemmeno i 44 anni e un mese di lavoro con la divisa della Asl.
Per Alessandro si schiude il portone della seconda vita, che gli auguriamo di relax e piena di nuovi e appassionanti interessi. Per noi tanti, tra colleghi, pazienti, cronisti e amici, si apre il vuoto di un’assenza professionale rassicurante, competente, disponibile. Cioci è stato davvero una colonna portante del sistema di emergenza urgenza 118, interprete appieno di quella magica e fenomenale creatura operativa messa su dal compianto dottor Gaetano Pallini. Lui, come altri che lo hanno anticipato nella ‘quiescenza’ come si suol dire.
Perchè dopo aver portato il suo contributo sanitario come ferrista in sala operatoria, Alessandro Cioci ha trascorso la gran parte dei 44 anni di vita aziendale sulle ambulanze e in centrale operativa ma soprattutto sull’eliambulanza. Quella del volo è un’altra sua grande passione (ce lo ricordiamo il grande spavento, quella volta con il deltaplano, eh Ale?) che ha saputo coniugare con il solito innato altruismo, con il soccorso. Non si tirato mai indietro e non ha tentennato a salire in elicottero per fare i suoi turni di emergenza, al fianco dei suoi due ultimi direttori del servizio, Silvio Santicchia e Nadia Carbuglia. Dentro e fuori del Mazzini, per lui il sostegno agli altri era missione slegata da una divisa. Lo ricordiamo tra i promotori del primo condominio cardioprotetto della provincia di Teramo, con l’installazione di un defibrillatore ‘laico’. Ma lo ricordiamo i prima linea quale ‘angelo custode’ con i colleghi dell’equipe 118 in interventi salvavita come quello al bambino di 10 anni finito nel calderone della salsa al pomodoro bollente a Villa Torre di Castellalto nell’agosto del 2015 o al più recente salvataggio (marzo 2024) dell’imprenditore frusinate infartuato all’arrivo della funivia di Campo Imperatore. Tanto per ricordarne qualcuno.
Ci mancherà quella voce amica dall’altra parte del telefono, quel suo immediato contatto empatico stabilito con un solo sguardo rassicurante, sul campo, rivolto agli inesperti volontari. Mancheranno la passione che ha sempre messo in ogni suo intervento, la professionalità, la preparazione. Eh sì, sulle prime sarà anche sembrato duro, severo, finanche scontroso: ma è sempre stata introduzione a… una pacca sulla spalla e ad un sorriso amichevole. Difficile, insomma, trovargli un difetto. Buona vita, Ale. L’ultima sirena è stata quella più tosta e difficile da accendere…
LA FESTA DEI COLLEGHI AD ALESSANDRO CIOCI
