TERAMO – Il gip del tribunale di Teramo, Marina Tommolini, ha detto ancora una volta no alla richiesta di remissione in libertà chiesa dal legale di Maurizio Di Pietro e Guido Curti, gli imprenditori finiti in carcere con altre due persone lo scorso 27 gennaio con l’accusa di bancarotta fraudolenta per un carc da 3 milioni di euro. Si tratta della seconda richiesta respinta dallo stesso gip: contro la prima era stato proposto ricorso al tribunale del riesame che lo bocciato. Da qui un secondo ricorso per Cassazione, di cui si attende la fissazione dell’udienza. La richiesta di rimettere in libertà i due teramani era stata avanzata all’esito dell’interrogatorio dinanzi al pm Irene Scordamaglia, chiesto dagli stessi indagati per chiarire alcuni aspetti della vicenda. Dopo quel confronto furono concessi gli arresti domiciliari a Nicolino Di Pietro, fratello di Maurizio, come lui arrestato per le stesse accuse.
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