TERAMO – Questa mattina in questura, nella sede a lui dedicata, la polizia di Stato ha ricordato l ‘allievo sottufficiale Settimio Passamonti, moscianese, che 35 anni venne ucciso a Roma nel corso dell’attività di servizio. Assieme ai parenti, il questore Amalia Di Ruocco ha reso omaggio alla lapide dell’agente caduto nel 1977, e il cappellano della polizia di Stato, don Enzo Pichelli, ha riunito tutti in un intenso momento di preghiera. Sulla lapide intitolata a Passamonti, si legge: "In servizio di ordine pubblico unitamente ad altri militari, incurante del nutrito lancio di bottiglie incendiarie e dei numerosi colpi d’arma da fuoco esplosi dai dimostranti, non esitava, con generoso slancio, a portarsi fra i primi contro di loro, nell’intento di neutralizzarne l’azione. Colpito mortalmente, immolava la giovane vita nell’adempimento del dovere al servizio dello Stato". Don Enzo Pichelli ha ricordato che il ricordo non deve essere solo un momento vuoto «che si ripete identico ogni anno, ma deve costituire lo stimolo per tutti i poliziotti oggi, in questo preciso momento storico di crisi sociale, economica, politica, a pochi giorni dalla Pasqua, affinchè, indossando una divisa, servitori dello Stato, possano portare la testimonianza che è possibile un mondo migliore, un riscatto morale».
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