TERAMO – Negli anni ’50 del XX secolo, il Calderone, l’unico ghiacciaio presente in Abruzzo e sull’intera catena appenninica, fu inserito nel primo catasto nazionale dei ghiacciai, realizzato dal Comitato Glaciologico Italiano (1959-1962) e fu classificato proprio come "ghiacciaio", con una superficie di 0,06 km e chiari segni di flusso, come piccoli crepacci, cioè fratture della superficie glaciale dovute al movimento. "Dalla metà degli anni ’50 ad oggi – spiega Claudio Smiraglia, Professore ed esperto glaciologo dell’Università degli Studi di Milano, a capo del progetto di ricerca sui ghiacciai in collaborazione del Comitato Ev-K2-CNR e del Comitato Glaciologico Italiano – il Calderone si è ridotto in superficie (oggi copre 0,04 km) e spessore, il settore inferiore si è ricoperto di uno spesso strato di detriti e, nel 2000, si è frammentato in due porzioni ormai prive di evidenze di flusso". Il Calderone é un ghiacciaio nato 20 mila anni fa, durante il periodo del Plestocene superiore. Si tratta quindi di un ghiaccio fossile. Dopo un periodo di sparizione il Calderone é riapparso nel 1500 durante la piccola glaciazione di quel periodo: le sue dimensioni si stanno via via ridimensionando dall’800.
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