TERAMO – «Io unico caso in Europa», dice l’ex amministratore unico della Teramo Lavoro, Venanzio Cretarola, all’indomani della sua citazione diretta a giudizio per "dichiarazione infedele a fini di evasione di Iva", per non aver applicato l’imposta ai rimborsi delle spese nell’ambito dei progetti finanziati con il Fondo Sociale Europeo. Non lascia da parte toni duri, Cretarola, per denunciare quello che può definirsi un “errore giudiziario": «Tutte le amministrazioni che si occupano di Fse si comportano allo stesso modo – dice Cretarola -, ma soltanto a Teramo c’è questa interpretazione, facendo confusione su due circolari dell’Agenzia delle Entrate che trattano di altri settori». Chi si difende da un’accusa del genere, lo spiega con la giusta chiarezza: «L’Europa affida all’Italia fondi che sono un sostegno di sistema e che vanno rendicontati per spese reali: spendi 100 e rendiconti 100. Se lo Stato ci applica l’Iva, ci guadagna sopra, e questo non è previsto, anzi è vietato da una legge, europea, che è sovranazionale». Cretarola sottolinea l’incongruenza ulteriore dei controlli, le cinque ispezioni della Provincia, l’approvazione della Regione e nessun rilievo dell’Agenzia delle Entrate. «Il contratto da me sottoscritto con il dirigente competente della Provincia – ha aggiunto Cretarola – mi ha imposto di rispettare le noormative, ovvero di rispettare l’obbligo di considerare i finanziamenti del Fondo Sociale Europeo ‘fuori campo Iva’ come previsto dai Regolamenti europei, nazionali e regionali e confermato da diverse risoluzioni dell’Agenzia delle Entrate».
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