TERAMO – Una singola azionista, la Banca d’Italia, la Fondazione Tercas, la Banca popolare emiliana romagnola (Bper) e la curatela fallimentare della Dima del gruppo Di Mario, potranno partecipare al processo ai 15 indagati per il crac della Tercas come parti danneggiate. La loro richiesta è stata infatti accolta dal gup Giulia Proto che deve decidere sul rinvio a giudizio degli indagati tra i quali l’ex presidente Lino Nisii e l’ex direttore generale Antonio Di Matteo. In particolare la Bper ritiene di essere danneggiata come effetto del crac per quella sua parte del Fondo interbancario di tutela dei depositi di 256 milioni di euro che ha dovuto versare per il salvataggio dell’istituto di corso San Giorgio. L’udienza preliminare va avanti dunque per esaminare le singole posizioni in un lavoro che vedrà impegnate le parti almeno per tutto il mese di maggio in altre udienza, la prossima delle quali è fissata a mercoledì prossimo. Una decisione sul rinvio a giudizio al dibattimento è prevista a settembre, dopo la lunga interruzione estiva.
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