Infanzia negata: in Abruzzo 56 casi di pedofilia

TERAMO – Nel 91,6% di casi di violenza sui bambini sono proprio le mura domestiche la prigione in cui si consumano gli episodi che nel 94% dei casi portano le giovani vittime a manifestare col tempo disturbi psicologici. Lo rivela una ricerca condotta in Abruzzo dal “Centro per l’età evolutiva Primavera” condotta su 400 casi (presi in carico in un progetto regionale di interventi sanitari per minori a rischio, promosso dalla Regione Abruzzo e convenzionato con la Asl di Teramo) e presentata in occasione della Giornata del Fiocco Giallo dal quale emerge un aumento dei casi di pedofilia, gran parte dei quali si concentra sulle bambine. E’ il ritratto di un’infanzia negata quello emerso dall’indagine che evidenzia come i bambini abruzzesi siano in prevalenza vittime di maltrattamento psicologico e trascuratezza (50%), ma anche di violenza assistita (23%) ed abuso sessuale (18%). A scatenare la violenza sono le conflittualità familiari (44%), le separazioni (36%), la dipendenza da alcool e droga (17%), la malattia mentale (17%). Nella maggior parte dei casi le vittime di violenza hanno fra i 6 e i 10 anni (47%) e sono bambini maschi (58%). E’ questo, in sintesi, il ritratto dell’infanzia e dell’adolescenza vittima di violenza in Abruzzo, presentato dal Centro per l’età evolutiva “Primavera” di Scerne di Pineto, che da 13 anni gestisce il progetto obiettivo regionale di interventi sanitari per minori a rischio e loro famiglie, promosso dalla Regione Abruzzo e convenzionato con l’Azienda ASL di Teramo. La ricerca, presentata nel corso di un seminario tenuto oggi a Scerne dal titolo “Sconfiggere la violenza”, ha messo a fuoco le caratteristiche dei bambini, i fattori di rischio del maltrattamento, il profilo degli autori della violenza, la diagnosi dei danni prodotti e gli interventi di cura messi in atto. “Sono dati importanti per capire il fenomeno della violenza sui bambini in Abruzzo – commenta Andrea Bollini, direttore del Centro Studi di Scerne – perché, per la prima volta, disponiamo di informazioni su un largo spettro di tipologie di maltrattamento. Questo quadro ci aiuta anche ad attivare interventi più specifici di riparazione dei bambini, ma anche di prevenzione della violenza. Su questo speriamo che la Regione aumenti gli sforzi per combatterla”. Il più delle volte le violenze avvengono a casa (91,6%) e gli autori della violenza sono spesso i genitori: nel 55,8% dei casi sono entrambi i genitori a commetterla, nel 12% solo la madre, nel 9,9% solo il padre, nell’8% dei casi il genitore insieme ad altri familiari. A scatenare queste violenze sono spesso è la conflittualità fra i genitori (44%), le separazioni difficili (36%), l’estrema deprivazione e la povertà (24%), ma anche le patologie mentali (18%), la dipendenza da droghe e alcool (17%), i problemi dei familiari con la giustizia (9%). A scoprire e ad inviare i casi di bambini abusati sono i servizi sociali nel 29%, i pediatri e i medici di famiglia nel 33% (spesso su richiesta stessa dei genitori inviano i bambini al Centro), i consultori familiari (8%), le Comunità educative (22% degli utenti). Al momento dell’ammissione i bambini vittime di violenza presentano disturbi psicologici nel 94% dei casi e un bambino abusato su quattro presenta ritardi cognitivi, motori e nel linguaggio, e uno su tre manifesta disturbi relazionali. Un approfondimento specifico meritano i dati relativi agli abusi sessuali (esaminati 56 bambini vittime di abuso sessuale in Abruzzo). Le bambine vittime di abuso sessuale rappresentano il 57% ed i bambini maschi il 43%. Un dato alto sintomo di come oggi la violenza sessuale non colpisca più solo le bambine, ma anche i bambini. Gli abusi sessuali avvengono nel 72% solo a casa, il 5% fuori casa ed il 4% attraverso l’uso della rete internet. Gli autori di abuso sessuale sono il padre (31%), lo zio/a (12%), dal nonno/nonna (4%), dal convivente (11%), dal vicino o conoscente (11%), dal genitore insieme ad altri familiari e non (23%), da sconosciuti (4%). “In Abruzzo molto è stato fatto, ma molto ancora resta da fare – ha detto la consigliera regionale, Nicoletta Verì, presidente della V Commissione – soprattutto per dare procedure chiare di intervento per proteggere un bambino, a cominciare dalla figura del garante”. “La Regione Abruzzo – ha dichiarato invece il consigliere regionale, Marinella Sclocco – è al 15° posto in Italia per la spesa in servizi per l’infanzia, ma dobbiamo sicuramente investire di più sui bambini”.