Parolisi affila le armi nella settimana del confronto

TERAMO – Un’altra settimana importante si affaccia agli onori delle cronache nell’inchiesta sul delitto di Melania Rea, la mamma 29enne di Somma Vesuviana massacrata a coltellate nel bosco di Ripe di Civitella lo scorso aprile. Salvatore Parolisi, il marito e unico indgato per l’omicidio, da ieri è nel carcere di Castrogno, dove attende la decisione del gip del tribunale di Teramo, Giovanni Cirillo, sulla richiesta bis di arresto per lui. L’hanno presentata nel fine settimana i pm del pool teramano ai quali, per competenza, è stato trasferito il fascicolo delle indagini preliminari: un atto dovuto, ma al di là delle previsioni di procedura, un atto intriso di convinzioni accustorie al pari di quello emesso una decina di giorni prima dai pm ascolani. La decisione del gip dovrebbe essere depositata entro martedì. Per l’accusa teramana Parolisi è l’unico responsabile del delitto e ne chiede la permanenza in carcere in attesa del processo. Intanto, i legali del caporalmaggiore del’Esercito affilano le armi in previsione di un esito negativo, per il loro assistito, della valutazione del gip. All’orizzonte, come più volte hanno ripetuto, c’è il tribunale del riesame dell’Aquila, a cui si rivolgeranno per un ricorso contro l’eventuale seconda ordinanza di arresto. La strategia difensiva parte dal tentativo di demolire gli elementi a perno dell’accusa, a cominciare dalla "grande bugia" che da sola non costituisce indizio tale da mettere dentro un indagato ma sicuramente lo rende poco attndibile nella ricostruzione e nella difesa. Parolisi secondo i pm non è mai stato al pianoro di Colle San Marco con la moglie e la figlioletta Vittoria il pomeriggio della scomparsa (e della morte) della donna. La tesi delle procure è sostenuta dalla ricostruzione effettuata sulla base delle dichirazioni di 57 persone che erano quel giorno a Colle San Marco, comprese alcune foto scattate da giovani presenti sul posto. Nell’orario indicato da Parolisi, la sua auto e lui con la bimba sulle altalene non compaiono in alcuno scatto fotografico, Ci sarebbe una sagoma, dicono i legali del vedovo, sullo sfondo della foto delle altalene vuote, che somiglierebbe alla macchina di Parolisi: al perito di parte della difesa, il compito di stabilire se fosse la Scenic del caporalmaggiore.