Parte la maratona per il bilancio. E Chiodi incontra il premier Monti

L’AQUILA – Mentre il presidente della Regione, Gianni Chiodi, è in queste ore a colloquio con il premier Monti a Palazzo Chigi, sul fronte reegionale ci si appresta alla maratona per l’esame e l’approvazione del bilancio e della finanziaria 2012. Nonostante all’ordine del giorno nella seduta di stamani ci siano la legge comunitaria, provvedimento più volte rinviata nelle passate riunione, e il documento di programmazione economico finanziario propedeutico al varo di Bilancio e finanziaria, tra le forze politiche si parlerà di come gestire la delicata fase che parte domani. La maggioranza di centrodestra punta a chiudere la partita entro il 31 dicembre per evitare il ricorso all’esercizio provvisorio, le opposizioni annunciano battaglia, anche con un atteggiamento ostruzionistico, per arrivare a cambiare i due provvedimenti approvati prima di Natale dalle commissioni consiliari e infine da quella bilancio. Come accade da anni, la maggioranza di centrodestra ha dovuto faticosamente trovare circa 80 milioni di euro per pareggiare un bilancio su cui grava un debito strutturale pesante, nonostante negli ultimi anni la politica di risanamento lo abbia ridotto dai circa 4 miliardi di euro di fine 2008, e una spesa sanitaria che incide per oltre l’80%. Il pareggio si è toccato attuando nuovi tagli e attingendo dalle economie vincolate, cioè quelle risorse assegnate a determinati progetti ma non ancora utilizzate. «Sarà un bilancio ‘lacrime e sangue’ – spiega il presidente della commissione Bilancio, Emilio Nasuti, -. Abbiamo continuato nell’azione di risanamento dell’Abruzzo cominciato tre anni fa quando abbiamo preso il timone della Regione. La politica di rigore sta portando a risultati di risanamento importante e inconfutabile che abbiamo dovuto attuare dopo aver ereditato una situazione terribile causata da venti anni di mala politica». Nasuti auspica che durante l’anno con lo sblocco di risorse nella sanitò e nei trasporti, in tal senso si attendono decisioni del governo nazionale sui trasferimenti statali, «si possano destinare fondi allo sviluppo».