Stupro a Pizzoli, il legale della ragazza parla di "tentato omicidio"

TERAMO – "Secondo me potrebbe essere tentato omicidio: è ampiamente probabile un cambiamento di imputazione. E’ chiaro che sarà la pubblica accusa a decidere il reato da contestare". Lo ha detto Enrico Maria Gallinaro, legale della studentessa laziale stuprata nell’aquilano e ricoverata ancora al San Salvatore, commentando alcune indiscrezioni, che emergono dagli ambienti investigativi, secondo cui il capo di imputazione nei confronti del o dei responsabili del fatto da abuso sessuale e lesioni gravissime potrebbe trasformarsi in tentato omicidio. Tutto ciò per l’efferatezza del gesto e delle gravissime ferite che potrebbero anche avere delle conseguenze permanenti per la vittima. Nei giorni scorsi le indagini hanno dimostrato che la violenza sessuale non sarebbe stata caratterizzata da un rapporto sessuale: a tale proposito, gli investigatori stanno ancora cercando un oggetto. I sospettati, iscritti sul registro degli indagati, rimangono quattro: tre militari di stanza all’Aquila, due campani e un aquilano, e la fidanzata di quest’ultimo. Uno dei due campani ha posizione più compromessa essendo stato trovato con macchie di sangue sulla camicia, sulla mano e sul braccialetto, che secondo i Ris di Roma sono della vittima."I fatti sono avvenuti fuori dalla discoteca, i due giovani si sono conosciuti dentro, qualche atto amoroso è cominciato all’interno ed è proseguito e culminato fuori. E’ stato un rapporto sessuale consenziente, non c’è stata nessuna violenza". E’ quanto sostiene al contrario l’avvocato Alberico Villani, legale del giovane militare della provincia di Avellino sul quale si addensano i maggiori sospetti. L’avvocato chiarisce che assiste il giovane e che non è il legale di fiducia "per il semplice fatto che finora non c’è stato bisogno della nomina di un difensore perchè non c’è nessun atto giudiziario per il quale è previsto il legale". "Nell’ambito dell’atto sessuale – ha detto ancora il legale – è capitato accidentalmente che ci sono state ferite, potrebbe essere una pratica sessuale andata al di là delle intenzioni, e quindi un fatto accidentale. Saranno i medici a stabilirlo e comunque, il problema nel processo è stabilire, ancorchè ci sia stato un atto sessuale, se questo era voluto o no. E quindi se c’è stata un volontarietà di lesioni finalizzata ad un atto sessuale". L’avvocato chiarisce poi che "a favore del giovane militare c’è il fatto che la ragazza ha parlato con tutti fuorchè con gli inquirenti, naturalmente è più facile parlare con la madre". "Dovrà spiegare – ha continuato – il perchè e il motivo per il quale è uscita fuori dal locale con il freddo e la neve insieme al suo giovane coetaneo". Secondo il legale non ci sarebbe stato nessun corpo estraneo nell’atto sessuale, che i due giovani commilitoni e la giovane non sono intervenuti in nessuna fase e che il giovane militare, molto impaurito, quando ha visto il sangue è rientrato nella discoteca per chiedere aiuto.