L'ergastolo a Parolisi: «Il gip commosso nel leggere la sentenza»

TERAMO – «Siamo abituati ad affrontare queste situazioni, abbiamo l’esperienza di altre precedenti casi in cui ci sono state condanne severe in primo grado che poi in appello sono state rovesciate: non abbiamo sbagliato nulla, Salvatore è un combattente, sappiamo che la battaglia è lunga e difficile». Valter Biscotti, uno dei legali di Parolisi, appena condannato all’ergastolo per l’omicidio di Melania Rea, mantiene ancora l’aplomb e il distacco mantenuto durante tutta la vicenda giudiziaria. Ma stavolta parla, decide di rompere il silenzio per fornire la propria sensazione sulla decisione del gip Tommolini. E svela anche un particolare dei secondi ricchi di tensione della lettura della sentenza: «Abbiamo visto tra "virgolette" il giudice che non era tranquillo – ha detto a caldo -. Ci è sembrato di cogliere anche un momento di commozione nel dare questa sentenza». Tutti vogliono sapere come sta Parolisi: «E’ dispiacuto – dice Biscotti -. Ha ribadito fortemente la sua innocenza, noi gli abbiamo detto che dobbiamo andare tutti con la testa alta. Noi siamo pronti a combattere. Lui è un soldato e sa combattere, noi, i suoi avvocati, siamo al suo fianco perchè crediamo fermamente nella sua innocenza». Il pensiero è andato alla figlia?: «La figlia, insieme alla disperazione di aver perso la moglie – sostiene il legale del caporalmaggiore -, sono il suo pensiero principale. Domani (oggi, ndr) la sentirà al telefono e certamente gli darà un momento di sollievo». Ma perchè ha deciso di non parlare mai nei processi? «Perchè ha parlato tantissimo durante le indagini, per ore e ore senza avvocati. Le dicharazioni di innocenza non servono, servono soltanto ai giornalisti; è un fatto tecnico: servono soltanto le sentenze e se sono sfavirevioli le impugnamo». Come giudica la sentenza sotto il profilo tecnico? «Aspettiamo dal giudice una motivazione seria di come si possano superare le nostre obiezioni. Siamo convinti di non aver lasciato nemmemo una virgola per strada – conclude Biscotti -. Secondo noi la superperizia aveva indebolito l’impianto accusatorio, lo abbiamo discusso e adesso aspettiamo di conoscere come il giudice come abbia superato queste incertezze. Ripeto, non abbiamo commesso nessun errore».