Qualità dell'ambiente, Teramo fa un balzo in avanti

TERAMO – Smog e dispersione idrica restano il tallone d’Achille d’Abruzzo ma arriva un incoraggiante miglioramento sul fronte dei rifiuti. Non crescono, anzi in alcuni casi diminuiscono, le isole pedonali, le zone a traffico limitato e le reti ciclabili urbane. E’ quanto emerge dalla 19esima edizione di “Ecosistema Urbano”, l’annuale ricerca sullo stato di salute ambientale dei capoluoghi di provincia italiani curata da Legambiente e Ambiente Italia, realizzata con la collaborazione del Sole 24 Ore e presentata ieri a Venezia. Nella classifica nazionale 2012 delle 45 piccole città capoluogo di provincia (con meno di 80mila abitanti) è emerso un che Chieti e Teramo fanno un poderoso balzo in avanti rispetto alla classifica 2011: Chieti passa dal 23esimo al 12esimo posto e Teramo dal 29esimo al 20esimo, mentre L’Aquila rimane stabile al 35esimo posto. Anche Pescara si conferma alla 37esima posizione nella classifica delle 44 medie città (con popolazione tra 80mila e 200mila abitanti). I dati sulla qualità dell’aria a Pescara risultano peggiorati vistosamente: a fronte di una media di 34 _g/mc dei valori medi di PM10 annuali registrati a Pescara, quest’anno apprendiamo dal dossier “Mal’aria 2012” che la media giornaliera del 2011 è stata di ben 50 _g/mc. Riscontriamo, tuttavia, un piccolo miglioramento a Teramo, che da 22esimo passa alla 19esima posizione. Se resta nella media italiana la produzione abruzzese pro capite di rifiuti nei capoluoghi, per la raccolta differenziata abbiamo risultati più soddisfacenti: Teramo entra nella rosa dei cinque migliori in Italia, diminuendo inoltre del 10% nella produzione annua di rifiuti pro capite. Chieti migliora mentre Pescara e L’Aquila rimangono stabili; di quest’ultima non viene presa in considerazione la raccolta porta a porta avviata nel 2012. Rimane infine bassissima l’efficacia delle politiche energetiche e di energie alternative, praticamente immutata rispetto allo scorso anno: il che, in un contesto in crescita, fa scendere i capoluoghi abruzzesi di alcune posizioni nelle rispettive classifiche. «Le città – spiega Antonio Sangiuliano, direttore di Legambiente Abruzzo – possono essere il fulcro di un rinnovamento radicale del Paese, perché insieme alla costruzione di un’economia a bassa emissione di anidride carbonica e la messa in sicurezza dei territori e degli edifici, rappresentano la via maestra per uscire dalla crisi economica e dal declino. Il rinascimento urbano è possibile, non è un’utopia, ma oltre ad una politica regionale più attiva e consapevole in questa direzione, serve anche il coinvolgimento e la consapevolezza delle singole persone». «La riduzione degli impatti ambientali sulle città può creare opportunità economiche per il pubblico, il privato, la collettività – spiega Luzio Nelli, della segreteria di Legambiente Abruzzo – Sono diverse le best practices a dirci che è possibile produrre significativi cambiamenti nel modo di gestire e vivere la città. Il vero motore resta la voglia di fare, e a dispetto della crisi (o forse proprio in ragione della crisi) l’utilizzo delle energie pulite e l’efficiente gestione dei rifiuti vanno verso la direzione di una Green Economy consapevole e produttiva per tutti».