Zona artiginale di Roseto: i ritardi rischiano di costare alle imprese 9 milioni di euro

TERAMO – Zona artigianale di Roseto: la Cna di Teramo lancia l’allarme.  Una storia annosa, quella della realizzazione di un’area produttiva, partita nel 1996, quando l’amministrazione comunale, sotto la spinta del  Consorzio di imprese Val Vomano, si adoperò per farla nascere nei pressi del casello autostradale. Un progetto appoggiato dalla stessa Cna. Per poter realizzare l’area in questione, il Comune di Roseto fu costretto ad espropriare dei terreni privati, pagando l’indennità ai proprietari. Ma adesso, denuncia la Cna  «le  imprese si sono viste recapitare una richiesta di pagamento a titolo di conguaglio per i maggiori oneri derivanti dall’indennità di esproprio richiesto dai proprietari dei terreni di quasi 6 milioni di euro». Per questo la Cna, che ricorda anche lo spreco dell’Autoporto, costato ben 13 miliardi di vecchie lire, collaudato nel 2001 e mai entrato in funzione, lancia un grido d’allarme a tutte le forze politiche, di maggioranza e di minoranza. «A pagare – sottolinea l’associazione di categoria – saranno le imprese, già provate da questa interminabile crisi economica, che dovranno sostenere anche i costi dell’incapacità degli amministratori locali. Molte di queste imprese saranno destinate a chiudere e a licenziare». Da qui l’appello, rivolto anche al sindaco, «di svolgere a pieno la propria funzione politica e rappresentativa, sostenendo in maniera unitaria, il tessuto produttivo rosetano che ingiustamente si trova a dover sopportare aggravi economici con conseguenti ripercussioni sulla tenuta stessa delle imprese. In termini pratici, è indispensabile che l’Amministrazione comunale impugni dinanzi alla Corte di Cassazione le sentenze; sospenda il pagamento delle somme a titolo di maggiori indennità di esproprio; si adoperi per un tentativo di accordo bonario e/o transattivo con i proprietari espropriati. E’ in giovo la sopravvivenza delle imprese coinvolte».