tessile valfino

TERAMO –

 

Il 24 aprile 2013, a ridosso della scadenza del Contratto Di Solidarietà in essere, la Direzione aziendale di Industria Tessile del Vomano ha aperto una Procedura di Mobilità per il licenziamento di 60 dipendenti con la motivazione di problemi finanziari dovuti ad un mal riuscito tentativo di delocalizzazione di parte delle lavorazioni.

Nel corso delle trattative,  sia in sede aziendale, sia in Provincia, le Organizzazioni Sindacali si sono rese disponibili al rinnovo del Contratto di Solidarietà, strumento di gestione dell’esubero meglio sopportabile, dal punto di vista economico, per i lavoratori. L’azienda purtroppo ha posto un diniego al rinnovo del CDS motivato con l’ammissione della propria incapacità di gestire questo tipo di ammortizzatore sociale.

Il 2 luglio 2013 si è tenuto un incontro in Provincia durante il quale l’azienda aveva comunicato la gravità della situazione finanziaria, tanto che, allo scopo di gestire  la difficile situazione che si stava affrontando, si profilava la possibilità di fare richiesta di ammissione alla procedura di concordato preventivo in continuità. In ogni caso, questo era l’impegno, le OOSS, perciò le lavoratrici ed i lavoratori, sarebbero state avvertite delle decisioni aziendali in tempo utile per concordare le soluzioni meno penalizzanti per i lavoratori. Per questo, su richiesta della Provincia, è stata sospesa la procedura e le parti sono state riconvocate per il 22 luglio 2013. Nel corso di questo secondo incontro una rappresentanza aziendale (di cui non faceva parte il proprietario, dott. Gnutti) ha comunicato che era già stata depositata domanda di ammissione al concordato preventivo e che dunque l’unico strumento utilizzabile per evitare i licenziamenti è la Cassa Integrazione in deroga.

Non è necessario ricordare che lo strumento della CIG in deroga risulta praticamente ingestibile, sia per i tempi di approvazione ed erogazione dell’indennità, sia per la totale incertezza rispetto alle risorse disponibili per questo strumento.

E’ stato dunque cinico il comportamento dell’azienda, che per non proseguire una trattativa dai toni accesi, ha voluto far trovare le OOSS  e quindi lavoratori davanti al fatto compiuto.

Oggi apprendiamo anche che nel predisporre la domanda di ammissione al concordato qualcuno ha “dimenticato” che il 10 di ogni mese si pagano gli stipendi. Infatti la procedura che è stata attivata comporta il congelamento delle risorse alla data in cui viene presentata richiesta. Per pagare l’intera mensilità di luglio avrebbero dovuto fare richiesta espressa al Giudice in tempi utili…..peccato che dell’aspetto dei salari, evidentemente avvertito come problema secondario, ci si è ricordati quando il giudice era già in ferie e che per questo la mensilità di luglio non potrà essere interamente corrisposta!

Purtroppo nessuno può negare la crisi: ogni giorno trattiamo le questioni che riguardano procedure di mobilità, Cassa Integrazione Guadagni e salari non corrisposti. Non è però accettabile che alla crisi si sommino disinteresse per le esigenze ed i diritti dei lavoratori!!