Rosci dai domiciliari: «La mia è una candidatura di riscossa popolare»

TERAMO – Non è una candidatura di protesta bensì una candidatura di "riscossa popolare". Citando una più famosa strofa del repertorio comunista, il leader di Azione Antifascista, Davide Rosci, definisce così la sua scesa in campo alle elezioni regionali del 25 maggio con Un’altra Regione con Acerbo. Agli arresti domiciliari da oltre un anno e mezzo per scontare 6 anni di reclusione per la condanna, già sancita anche in secondo grado, per l’assalto al blindato dei carabinieri negli scontri di Roma del 15 ottobre 2011, Rosci ha scelto di candidarsi con Maurizio Acerbo Governatore, ma difficilmente potrà svolgere una normale campagna elettorale: è ancora in attesa del permesso del giudice di sorveglianza di Roma e per il momento si affida agli amici per la lettura di lettere e di argomenti da svolgere negli incontri elettorali. Oggi a Teramo si è costituito un Comitato di sostegno di cui fa parte anche l’ex parlamentare comunista Totò Iacovoni, che ha diffuso un pensiero di Rosci sull’attuale situazione politica locale. «Vogliamo sottolineare – hanno detto Iacovoni e gli amici del Comitato – che in questo Stato che fa la forza con la repressione dei liberi pensieri, esiste ancora una norma del fascismo come il codice Rocco: noi combattendola, difendiamo la nostra Costituzione, che è democratica e libera».