TERAMO – E’ stato confermato il sequestro dei beni per i componenti del Comitato esecutivo della Tercas in carica negli anni tra il 2009 e il 2012, che l’istituto di credito ritiene tra i responsabili del default della banca sotto la gestione del direttore generale Antonio Di Matteo. Lo hanno deciso i giudici, ai quali avevano opposto reclamo gli stessi ex amministratori colpiti dal sequestro. A presentare ricorso erano stati tutti gli ex componenti del consiglio di amministrazione di allora, ma i giudici hanno adesso esercitato un distinguo: restano sotto sequestro i beni dei soli vertici dell’istituto, ovvero di quei banchieri che facevano parte del comitato esecutivo, quel nucleo ristretto di persone che prendevano le decisioni più delicate e che non avevano bisogno di una valutazione collegiale più ampia. Dunque, la decisione riguarda l’ex presidente Lino Nisii, il suo vice Guglielmo Marconi, Luigi Marini, Federica Morricone e Alfredo Rabbi. Per loro dunque i sequestri milionari dei beni restano in piedi come voleva la Banca che ha intentato causa civile contro di loro. Sono stati invece dissequestrate le proprietà dei membri del Cda che non facevano parte della “stanza dei bottoni” di corso San Giorgio, che sono Cingoli, Formisani, Di Gennaro, Russo, Carleo, De Dominicis, Forlini e Sorbi.
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