Punti nascita: ad Atri superata la soglia di 500 parti

TERAMO – Il Circolo del Partito Ddemocratico di Atri accoglie la notizia del superamento della soglia dei 500 parti presso il Punto Nascita cittadino con «gioia e con orgoglio». Secondo le proiezioni, nel 2014 quello di Atri sara’ uno dei pochissimi ospedali abruzzesi a registrare una considerevole crescita rispetto ai parti del 2013, dell’ordine di circa 50 nati. «Si tratta di una conferma dell’elevata professionalità del personale sanitario del San Liberatore – afferma il Pd – che ha dato la migliore risposta a mesi di continue voci di chiusure e ridimensionamenti: continuare con serenità e competenza a fare il proprio lavoro, fornendo un servizio sanitario sicuro, professionale e, come dimostrano i numeri, molto apprezzato dai cittadini del comprensorio. Con questa notizia viene meno anche l’ultimo alibi di coloro che da mesi invocano la chiusura del reparto nascondendosi dietro la burocrazia: ora il Punto Nascita atriano è in regola con i requisiti minimi previsti dall’Accordo Stato-Regioni del 2010, venendo a collocarsi nella fascia fra 500 e 1.000 nati: la stessa di Teramo e Sant’Omero. La sciagurata decisione di chiudere una realtà fiorente come l’ostetricia del San Liberatore, privando la Asl teramana di un avamposto fondamentale contro la mobilità interna e rendendo l’intero territorio meridionale della provincia di Teramo un bacino di raccolta per il Pescarese – osserva infine il circolo Pd di Atri – sarebbe dunque (e lo ribadiamo) non un automatismo tecnico, ma una precisa scelta politica. Invitiamo quindi ancora una volta i cittadini, gli esponenti politici e gli eletti di tutti i partiti del territorio teramano a prendere posizione con decisione contro questa eventualità». Anche il consigliere regionale Luciano Monticelli, che si sta battendo per evitare la chiusura del punto nascita, adesso ci sono i requisti minimi: «Per essere più precisi, siamo a quota 500 parti per 504 nascite – ha commentato Monticelli -. E mancano ancora 10 giorni alla fine dell’anno. Siamo davanti a una realtà evidente, che ci dimostra come la scelta della Regione di chiudere questo Punto nascita non è certo un automatismo tecnico, ma una decisione di diverso genere per la quale, lo assicuro, io continuerò a battermi. I fatti smentiscono la volontà sottesa di chi, a dispetto dell’apparenza, sta provando a chiudere il San Liberatore di Atri».