Punto nascita di Atri: cosa ne pensano Mariani e Sottanelli

TERAMO – Chiusura punto nascita dell’ospedale di Atri. Mentre la manifestazione si conclude, si registrano le prese di posizione di due tra gli espondenti più in vista della politica teramana. Sono le ragioni del presidente del Pd in Consiglio regionale, Sandro Mariani e del deputato di Scelta civica Giulio Sottanelli.  Mariani spinge sulle decisioni prese a livello ministeriale: “Alla luce delle disposizioni ministeriali, che hanno portato alla firma del decreto commissariale da parte del Governatore D’Alfonso, appare evidente l’ineluttabilità della decisione di chiudere anche il Punto Nascita dell’Ospedale di Atri. Come ho già ribadito in passato, la mia attenzione sulla questione è stata profusa secondo principi di correttezza e serietà di comportamento, che hanno sempre guardato, non al campanile in maniera miope, quanto piuttosto ai setting assistenziali dell’intera provincia. Che sia targato D’Alfonso o de facto Lorenzin, a noi che rappresentiamo la popolazione non importa, siamo comunque costretti a fare i conti con un processo di riorganizzazione che ci investe ma non deve involverci. La mia battaglia, consapevolmente, deve orientarsi alla concretezza di ripristinare un senso di dignità per il nosocomio ducale che deve passare per l’immediato futuro della struttura”. Mariani è contrario “alla chiusura sic et simpliciter, di un reparto che indubbiamente si trova ad essere collettore di un territorio complesso dal punto di vista geografico, ma che, se non adeguatamente rilanciato, rischia di diventare l’alibi al delitto perpetrato nei confronti delle popolazioni che lo abitano”. “Non posso permettere – insiste il capogruppo del Pd – che l’Ospedale di Atri venga defraudato di reparto in reparto al fine di renderlo non funzionale e dunque impalpabile per la comunità. Sono invece convinto che si debba al più presto rendere chiaro e luminoso il destino di questa realtà e dare seguito al bisogno di sanità non solo di quegli abitanti bensì di un’intera provincia, che può e deve usufruirne”. E la sua solidarietà c’è: ”Sono con coloro i quali questa mattina stanno manifestando, perché il loro, è un grido di allarme che fa il pari con quello che traspare dalle mie parole e sanno bene che evito le passerelle politiche di facile strumentalizzazione. Preferisco lavorare ed in tal senso non mi sono mai sottratto al confronto, anche serrato, con le rappresentanze locali, perché da domani sia chiaro il senso verso cui procedere per salvare l’Ospedale di Atri”. Sottanelli parte dai motivi per cui non ha partecipato alla manifestazione: “Non ci sarò ma non perché io non sostenga la causa di salvaguardia del presidio, come tra l’altro ho avuto modo di manifestare pubblicamente con un appello alla Regione pochi giorni fa. Non ci sarò perché credo che quella di domani debba essere una manifestazione dei cittadini e non l’ennesima sfilata ad uso e consumo della politica”. Secondo Sottanelli “grossa parte della politica esce oggi infatti totalmente sconfitta dalle innumerevoli battaglie a salvaguardia del San Liberatore “proprio perché il nostro ospedale, l’ospedale dei cittadini e delle cittadine di Atri e dell’intero comprensorio, è stato strumentalizzato e trasformato in un campo di propaganda politica, perdendo totalmente di vista l’interesse dei cittadini, degli operatori e del territorio” e poi prosegue nella lettera “la mia assenza non vuole essere dunque una mancanza di rispetto verso gli organizzatori della manifestazione né una mancanza di attenzione verso il tema o il territorio ma vuole essere piuttosto un segno di rispetto verso i cittadini, verso il nostro presidio ospedaliero e verso gli organizzatori della manifestazione”. “La pianificazione dell’organizzazione del sistema sanitario, come sapete, in base all’articolo 117 della Costituzione, è di competenza della Regione” prosegue la lettera “pertanto non nel mio diretto campo di azione, tuttavia mi sarei aspettato che l’annuncio del provvedimento di razionalizzazione dei punti nascita regionali fosse stato accompagnato da un più ampio progetto di riorganizzazione dei singoli presidi ospedalieri, con la pianificazione e il potenziamento di ulteriori servizi e specializzazioni anche nell’ospedale di Atri. In ogni caso rimangono invariati il mio impegno e la mia disponibilità verso i Comitati e verso tutti i rappresentanti delle istituzioni locali e regionali a collaborare e supportare, per quanto di mia competenza, quelle azioni che vorranno salvaguardare questa preziosa realtà del territorio nell’ottica del bene comune, della razionalizzazione della spesa e della valorizzazione delle eccellenze”.