Teramo, la Serie B un miracolo da cui ripartire – LE INTERVISTE

TERAMO – (jacopo di francesco) Se qualcuno non se ne fosse accorto, il Teramo è in Serie B. Il delirio dei mille a Savona, le lacrime dei giocatori al triplice fischio, la festa in città fino a notte fonda. Sono i segnali di un rapporto rinato fra Teramo e la sua squadra più storica; ma non poteva essere altrimenti vista l’impresa compiuta da questi ragazzi. A inizio anno ci si attestava sui 1.200 spettatori per partita, ed era comunque un aumento notevole dalla Seconda Divisione dell’anno scorso, ma negli ultimi mesi il Bonolis ha assistito a un crescendo rossiniano fino al record di sempre contro il Pontedera. La città è tornata a colorarsi davvero di biancorosso, ed è stato splendido. 
Non da ieri si parla di "Miracolo Teramo", ma i fatti suggeriscono altre letture. Luciano Campitelli e Ercole Cimini hanno creato una società solida come poche altre nel calcio italiano, e affidato la parte tecnica a Marcello Di Giuseppe, che in questa stagione oltre ad essersi dimostrato un gran dirigente, ha anche tirato fuori gli attributi. Nel momento peggiore, settembre, lui e Vivarini erano stati pubblicamente richiamati dal Presidente a prendersi le proprie responsabilità per una squadra che non girava. Allora ds e allenatore hanno avuto l’intelligenza di cambiare in corsa: via Bonaiuto e cambio di modulo. La virata della storia. Vivarini, allievo di Maurizio Sarri ora all’Empoli, dopo tanta gavetta si è conquistato la promozione della vita allenando un gruppo di amici prima che di compagni, dando a questi sicurezza nei propri mezzi, tranquillità e convinzioni alle quali aggrapparsi nei momenti di difficoltà. Certo, essere praticamente sempre al completo ha aiutato anche e soprattutto rispetto al principale e ben più accreditato rivale, l’Ascoli, senza dimenticare Pisa e Reggiana. Ma nello sport ogni trionfo parte dalla tanto bistrattata preparazione fisica.

Andare in Serie B cambia le visioni e gli orizzonti, il Teramo sarà su Sky e su FIFA16, avrà trasferte come Salerno, Bari e probabilmente Cagliari. Ma questa stagione ha cambiato la vita a molti dei ragazzi che ci hanno fatto vivere uno di quei film col finale a sorpresa ma non troppo. È la vittoria di capitan Speranza, sicuramente uno dei migliori difensori della Lega, a Teramo dalla Serie D; di Cenciarelli, metafora di questo Diavolo: grintoso, tecnico, piccolo ma imprendibile; dei teramani, perché quando Scipioni segna il gol che dà al Teramo la testa della classifica su assist di Di Paolantonio, lo stesso 22enne della Gammarana che mette dentro la palla del vantaggio a Savona, se non è il destino che bussa alla porta, diteci voi cos’è. Ma la menzione d’onore va ai quei due che ci hanno fatto brillare gli occhi, che ci hanno fatto urlare 42 volte (e non è finita), che per le statistiche sono i migliori in Italia: i Gemelli del gol, Alfredo Donnarumma da Torre Annunziata e Gianluca Lapadula da Torino. E se per Lapa l’unica via possibile per essere protagonista era tornare in Lega Pro, anche qui o è destino o ai dirigenti di B sfugge qualcosa. Gol, si, ma giochi a due, dribbling, assist, occasioni create dal nulla. Se Motta e Pepe ce li ricorderemo per sempre, questi due li porteremo nel cuore. E poi Tonti, che si è consacrato con una stagione da portierone, sempre pronto nelle situazioni più decisive, Amadio a.k.a. Maestro Muti: un direttore d’orchestra che dopo le prime uscite nessuno si aspettava. Il sopravvissuto Perrotta, che ha faticato all’inizio, ma bisogna ricordarsi che è un ’94. Caidi, un altro che a Teramo è di casa, Di Matteo che ha portato quella classe e quell’esperienza necessarie all’ultimo salto di qualità, Masullo, Petrella, Brugaletta, Diakite e Fiore dalla panchina, utilissimo nel finale dopo il recupero lampo. Dipa e Lapa ci hanno aperto le porte del paradiso, sperando che restino tutt,i starà al Teramo e soprattutto a Teramo guadagnarselo negli anni a venire. Ma questa città quando serve c’è, si vede. E soprattutto si sente, in tutto l’Abruzzo e da settembre nel calcio che conta, per la prima volta. Siamo nella storia, ricordiamocelo, perché oggi è più bello essere teramani.