TERAMO – Si è conclusa con sedici rinvii a giudizio e due patteggiamenti l’udienza preliminare davanti al gup Domenico Canosa di Teramo relativa all’inchiesta sulle "case del sesso" in Val Vibrata. Un’inchiesta, denominata dell’inchiesta "Sex in house", che a ottobre 2014 portò al sequestro di 29 appartamenti tra Martinsicuro, Villa Rosa e Alba Adriatica, poi confermato dalla Cassazione, e che il 6 maggio 2016 vedrà finire davanti al collegio 16 dei 18 imputati, tra cui 9 proprietari di appartamenti e alcuni intermediari che, secondo l’accusa, avrebbero fatto da tramite tra le prostitute e i proprietari delle case. Per tutti le accuse sono favoreggiamento della prostituzione e violazione della legge Mancino per aver dato in locazione "appartamenti allo scopo dell’esercizio della prostituzione". Accuse a carico anche dei due imputati che hanno scelto di patteggiare, un intermediario e la proprietaria di tre appartamenti per i quali il pm Stefano Giovagnoni, titolare del fascicolo, ha dato parere positivo al dissequestro: i due hanno patteggiato un anno e sei mesi.
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