TERAMO – Tre anni per il commercialista teramano Carmine Tancredi, 3 anni e 6 mesi per Guido Curti, 4 anni per Maurizio Di Pietro, 3 anni per Loredana Cacciatore, 2 anni per Luciano Seghetti, 4 anni e 6 mesi per Antonio Zacchei e 4 anni per Marco Paolo D’Anastasio: sono queste le richieste di pena avanzate dal pm Irene Scordamaglia al termine della lunga requisitoria nel processo bis per il crac Curti-Di Pietro. Un crac per il quale i due imprenditori Guido Curti e Maurizio Di Pietro sono già stati condannati in primo grado a 6 anni per bancarotta fraudolenta (tanto che in questo stralcio sono imputati solo per reati fiscali) e che vede l’allora consulente dei due imprenditori Carmine Tancredi, socio di studio dell’ex governatore Gianni Chiodi (quest’ultimo totalmente estraneo alla vicenda) imputato per concorso in bancarotta. Il pm Irene Scordamaglia, infatti, ipotizza per Tancredi un vero e proprio ruolo attivo in quella matrioska di società messe su, seconda la Procura, con l’obiettivo di distrarre i soldi dei fallimenti delle diverse aziende. Un reato, quello di bancarotta fraudolenta, che la Procura contesta anche ad Antonio Zacchei, Marco Paolo D’Anastasio, Luciano Seghetti e Loredana Cacciatore, tutti amministratori di diritto in diversi periodi delle diverse società. Dopo le richieste di pena la parola è passata alle parti civili, con il processo successivamente rinviato alla prossima udienza per le arringhe difensive.
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