Omicidio per un diverbio stradale: caldaista condannato a 14 anni

TERAMO – Dovrà scontare poco più di 14 anni di pena e risarcire le parti civili, tra le quali la bambina di sei anni, davanti agli occhi della quale il caldaista giuliese Dante Di Silvestre, lo scorso 14 giugno, uccise il padre, Paolo Cialini, di 41 anni, con una coltellata in pieno petto, al culmine di una banale lite stradale. Oggi il giudice per l’udienza preliminare Giovanni de Rensis, ha condannato l’uomo con il rito abbreviato, dopo la richiesta della pubblica accusa, rappresentata dal pm Cristina Medori, di una pena più severa, 17 anni, ma pur sempre ridotta per effetto della scelta del rito alternativo, dove le attenuanti generiche dell’omicidio erano equiparate alle attenuanti generiche. Il grave fatto di sangue si verificò a Giulianova Lido, all’incrocio di via Verdi con viale Orsini, in pochi minuti. Di Silvestre e Cialini, a bordo delle rispettive auto, si incrociarono per strada, si inseguirono e si affrontarono due volte, a insulti e colpi proibiti per una mancata precedenza. Il faccia a faccia all’incrocio, con la figlia minorenne della vittima seduta sul sedile posteriore della macchina, fu fatale all’imprenditore 41enne, raggiunto al cuore da una coltellata inferta dall’artigiano.

Un delitto d’impeto per i legali di Di Silvestre, che nel corso dell’arringa difensiva hanno sostenuto con forza la tesi dell’omicidio preterintenzionale. Una tesi, quest’ultima, che per gli avvocati Gennaro Lettieri e Nadia Baldini avrebbe trovato conferma non solo nei risultati dell’autopsia ma anche nel comportamento di Di Silvestre subito dopo il delitto. Fu proprio Di Silvestre, che ha sempre sostenuto di non essersi accorto che nell’automobile ci fosse la bambina, a soccorrere Cialini e a chiamare i soccorsi, aspettando in strada anche l’arrivo dei Carabinieri. Lo stesso Di Silvestre subito dopo il delitto aveva provveduto ad un primo risarcimento nei confronti della figlia della sua vittima.

«E’ una sentenza abbastanza equilibrata tenendo conto del fatto – ha commentato l’avvocato Giovanni Melchiorre, che rappresentava la compagna e la figlia della vittima – Noi abbiamo chiesto non una sentenza che fosse una pena esemplare ma che venisse fatta giustizia per un fatto grave. Da questo fatto non risultano distrutte due famiglie ma una soltanto, quella di Paolo Cialini e della figlia». Il giudice ha disposto anche una provvisionale immediatamente esecutiva di 100mila euro in favore della figlia della vittima, di 40mila in favore della compagna e 20mila in favore della sorella.