Crisi idrica, Brucchi chiede tutte le analisi. Sinistra Italiana interroga il ministro

TERAMO – La questione ‘sistema acqua’ dell’invaso del Gran Sasso torna a riempire il dibattito e le discussioni delle parti sociali sul territorio. Quanto subito dalla popolazione di 32 comuni del Teramano, con l’improvviso divieto di utilizzare l’acqua dei rubinetti per bere, ha sollevato critiche e soprattutto accentuato la diffidenza verso le istituzioni, che rischiano di perdere credibilità. Ad annunciare una nuova stagione di approfondimento critico e di accertamento delle responsabilità nella vicenda è il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, che da massima autorità sanitaria sul territorio, ha chiesto ufficialmente ad Asl, Arta e Ruzzo Reti, i prelievi e le relative analisi effettuate dal 1° Maggio ad oggi. Per Brucchi due aspetti fondamentali vanno chiariti in cosa non ha funzionato: la comunicazione tra gli enti interessati, a cominciare dai sindaci, e quanto sia vulnerabile il sistema idrico del nostro territorio, a giudicare dalla ripetitività degli episodi. «Aprire un tavolo per individuare le soluzioni – dice Brucchi – con Regione, ministeri e Strada dei Parchi, perchè ognuno dovrà fare la sua parte». Il presidente della Ruzzo Reti, Antonio Forlini, chiede di "fare chiarezza su cosa abbia determinato con esattezza l’improvvisa decisione di sospendere l’approvvigionamento dalla sorgente del Gran Sasso e dichiarare la non potabilità dell’acqua, generando caos e panico tra i cittadini».
Forum Acqua ritiene che "la Asl abbia fatto il suo dovere nell’imporre una restrizione d’uso dell’acqua a tutela dei cittadini, perchè era obbligata dalla legge. Senza conoscere la sostanza responsabile del cattivo odore dell’acqua e la relativa concentrazione, in un contesto vulnerabile come il Gran Sasso, era doveroso tutelare la popolazione da rischi». Quanto avvenuto, per il portavoce Augusto De Sanctis in realtà non fa «che ribadire la necessità di mettere in sicurezza le captazioni ed evidenziare i rischi che sta correndo uno dei patrimoni idrici più importanti d’Italia, visto che le concentrazioni di diclorometano, cloroformio e ora Toluene, nei diversi episodi di criticità avvenuti negli ultimi tempi, hanno superato i limiti di legge ambientali". La captazione al Gran Sasso, ricorda ancora la nota del Forum H2O, "avviene in un contesto assai complesso e, come denunciato da tempo, strutturalmente non a norma rispetto alle leggi. Sulle captazioni possono incidere centinaia se non migliaia di sostanze, essendoci un laboratorio e un’autostrada con migliaia di passaggi di mezzi. Non siamo in una montagna vergine senza alcuna pressione antropica». Il caso finisce all’attenzione del ministro dell’Ambiente, con un’interpellanza di Sinistra Italiana, a firma del Capogruppo alla Camera, Giulio Marcon e della vice presidente della commissione Ambiente, Serena Pellegrino: «Crediamo sia urgente e necessario che si faccia chiarezza e si accertino le responsabilità politiche. Non si gioca sulle salute di migliaia di cittadini».