Esperimento Sox nel Gran Sasso. Il ministro Galletti spiega in aula a Sottanelli: «Test sicuro senza rischi per l'ambiente e l'acqua»

TERAMO – Rassicurazioni sull’assenza di rischi nell’esperimento "Sox" previsto per l’aprile del prossimo anno all’interno dei Laboratori del Gran Sasso sono arrivate oggi pomeriggio dal ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, che in aula alla Camera ha risposto alla sollecitazione dell’onorevole teramano presidente di Abruzzo Civico, Giulio Sottanelli. «Non esiste alcun rischio di dispersione di Cerio-144, e quindi di contaminazione anche minima dell’ambiente circostante, del laboratorio e in particolare delle acque del bacino del Gran Sasso – ha detto il ministro -, come evidenziato e dimostrato con studi tecnici completi nella documentazione tecnica allegata alla richiesta di nulla osta per l’esperimento, nessun pericolo nemmeno in caso di terremoti, incendi o allagamenti del sito dell’esperimento».
Sottanelli ha proposto unquestito specifico al ministro nella question time, «perchè – dice Sottanelli – i cittadini abruzzesi hanno il diritto di essere informati in maniera completa ed esaustiva sull’esperimento e sulle precauzioni di sicurezza adottate. Ho chiesto al governo di mantenere alta l’attenzione e di fare in modo che possa essere risolta in maniera definitiva la messa in sicurezza del nostro patrimonio idrico e la compartimentazione delle tre infrastrutture che convivono nel Gran Sasso, ovvero i laboratori, l’autostrada e i punti di captazione della nostra acqua».
GAletti è stto molto preciso e dettagliato nella sua risposta a Sottanelli. «Il Cerio-144, sorgente radioattiva che sarà utilizzata nell’esperimento (autorizzato nel febbraio 2016 dal Ministero dell’ambiente e dello Sviluppo economico sulla base dei pareri favorevoli rilasciati da Ispra e altre amministrazioni tra le quali la Regione, ndr), è sotto forma di polvere solida, è sigillato in modo permanente e sicuro all’interno di una doppia capsula in acciaio saldata. La combinazione della doppia capsula in acciaio – ha detto Galletti – e del contenitore sigillato di Tungsteno rende impossibile la dispersione del materiale, anche in quantità minime e anche in caso di eventi incidentali indipendenti – ha proseguito – tale configurazione rimarrà invariata per tutta la durata dell’esperimento, che sarà di circa 18 mesi. Al termine dell’esperimento, la sorgente ritornerà in Francia, presso l’istituto che ne detiene la proprietà. Ricordo inoltre che in sede di autorizzazione, l’Ispra ha fissato specifiche prescrizioni circa le prove da effettuare preliminarmente all’installazione e al successivo impiego della sorgente – conclude Galletti – l’Istituto pertanto effettuerà la propria attività di vigilanza sull’esecuzione delle prove, così come rilascerà il previsto specifico attestato di sicurezza, per quanto riguarda le operazioni di trasporto. Con riferimento alle operazioni di trasporto, è altresì previsto che venga rilasciato specifico attestato di sicurezza da parte del Centro nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione».