'Scade' il consiglio provinciale, ma le elezioni slittano ai primi di aprile

TERAMO – Le elezioni regionali mettono in secondo piano il rinnovo del Consiglio provinciale, che scade domani dopo due anni di consiliatura come previsto dalla ‘legge Delrio’. Le prime indicazioni che avrebbero voluto tra la prima e la seconda decade di gennaio la chiamata alle urne gli amministratori dei comuni della provincia, sono state superate dalla definitiva fissazione della tornata elettorale regionale. «Preferisco andare contro i miei interessi – dice il presidente Diego Di Bonaventura, alla guida dell’Ente dallo scorso 31 ottobre -, ma voglio lasciare in pace i candidati al consiglio regionale e dico tutti, per farli concentrare sulla campagna elettorale senza metterli in difficoltà». Firmerà la convocazione a fine febbraio, per chiamare al voto il secondo livello in una data compresa tra il 31 marzo e. il 7 aprile, data limite entro la quale di deve votare. Il sistema elettorale prevede infatti una elezione di metà mandato per il Consiglio, che resta in carica due anni, diversamente dai quattro del presidente. I consiglieri in carica sono stati eletti nel 2017, quando il voto ribaltà l’equilibrio interno, assegnado la maggioranza al centro sinistra con 7 componenti dell’assise: è l’eredità di metà mandato che Renzo Di Sabatino ha lasciato a Di Bonaventura, che si ritrova con una specie di ‘anatra zoppa’, governando una maggioranza di segno politico opposto al suo, fino a quando non si riuscirà a ribaltarla. E l’occasione è proprio il prossimo passaggio alle urne. «Se avessi voluto fare l’egoista – ha spiegato il presidente – avrei scelto di votare adesso, proprio nel mezzo della campagna elettorale delle regionali del 10 febbraio, ma io ritengo che sia giusto permettere ai candidati di gestire al meglio il loro impegno e concetrarsi sulle cose da fare per la Regione. Vorrà dire che affronterò io il rischio di un dopo elezioni che potrebbe lasciare sul campo… morti e feriti e creare spaccature e scissioni. Ma io sono sempre dell’idea che bisogna dare una mano e risolver i problemi più che crearli». D’altronde, e non lo nasconde, con la squadra che ha trovato lavora bene e anzi, «la loro disponibilità è piena, come la presenza sul territorio, senza emolumenti, segno evidente che c’è un impegno a cercare la riconferma: e questo può soltanto fare bene all’attività della Provincia che si sta misurando già da subito con problematiche serie e decisive per il territorio. Abbiamo avuto un assaggio del piano neve, sulle scuole, so che da ogni consigliere ci si può aspettare il massimo proprio per conquistarsi un’altra consiliatura».