Teramo calcio, un'altra toppata nel 'caso Di Matteo': ingresso vietato in sala stampa per Falconi

TERAMO – (robalm) Non sta certo a me difendere Giancarlo Falconi, ma quanto accaduto oggi allo stadio Bonolis di Teramo è un precedente pericoloso, che avrebbe meritato reazione decisa. A Falconi è stato impedito l’accesso alla sala stampa dove si tengono le consuete interviste settimanali dei tesserati della Teramo Calcio. Al cameraman di Vera Tv è stato possibile l’accesso, perchè potesse ‘garantire il diritto di cronaca’. La sua colpa? "Alla luce delle domande fuorvianti e per nulla attinenti al contesto di una conferenza stampa di presentazione  e del tono palesemente improprio assunto dal vostro collaboratore" si scrive nella nota della Teramo calcio alla emittente televisiva Vera Tv, "non verranno consentite ospitate televisive nelle vostre trasmissioni o interviste con nostri tesserati se non realizzate da giornalisti regolarmente iscritti all’Albo…". Il tutto perchè avrebbe provocato con una sua domanda ‘fuorviante e non attinente’, la risposta questa invece sì ‘attinente’ al codice etico, "la camorra è una scelta di vita"? E’ vero, Falconi non ha mai voluto iscriversi all’ordine dei giornalisti, è ‘una scelta di vita’. Ma non è da ieri che lavora nella sala stampa della Teramo calcio e comunque non è questo che cambia la qualità della domanda o il suo saper sceglierne l’attinenza. D’altronde quanti giovani aspiranti giornalisti frequentano le trasmissioni e le sale stampa nel periodo in cui ‘studiano’ da giornalisti? Uno dei creatori della trasmissione sportiva più seguita nella storia del calcio teramano, ‘Quasy goal’ e tuttora ritenuto uno dei commentatori ed editorialisti più accreditati, Elso Simone Serpentini, ha parlato e intervistato sul calcio a lungo senza mai essersi iscritto all’Ordine. Sono un pò come il signor Di Matteo, che sta ‘studiando’ da amministratore delegato del Teramo, no? Quanto al contenuto dell’intervista, credo che il vero problema sia l’atto di lesa maestà commesso di Falconi, sia nei confronti del giornalisti sportivi presenti che della società. E’ bene ricordare che le domande le sceglie chi le fa, e non chi deve rispondere; ‘fuorviante’ è qualcosa che induce in errore, e stentiamo a credere che un uomo fatto da sè, anche al netto di una telecamera puntata addosso, non sia in grado di saper rispondere oppure scegliere di non rispondere (avrebbe fatto meglio, diciamocelo senza farci sentire chissà mai…); si voglia condividere o meno la domanda, la risposta data è una notizia che nessun giornalista, iscritto o meno all’Ordine (all’Ordine non all’Albo), può negare. E che proprio per questo ha fatto il giro d’Italia: quei giornalisti, quelli sì forse iscritti all’Ordine, che attraverso il lancio Ansa l’hanno ripresa, sono dunque tutti dei coglioni? Potremo discutere a lungo, forse, ma una cosa è sicura: vietare l’ingresso allo stadio a un aspirante giornalista è un’altra toppata, che si mette in fila dietro alla risposta sulla camorra e al disconoscimento del ruolo di Amministratore del signor Di Matteo.