Usura a imprenditore edile, tornano in libertà due dei rom arrestati

TERAMO – Tornano in libertà due dei rom arrestati nel corso dell’inchiesta ‘Ghost workers’ dei carabinieri, che ha fatto luce su un giro di usura ed estorsioni che aveva come vittima un imprenditore edile di Tossicia. Il Tribunale del riesame dell’Aquila (presidente Alessandra Ilari, relatore Mario Cervellino, giudice Christian Corbi), ha infatti accolto il ricorso proposto dall’avvocato Vincenzo di Nanna e ha annullato per “difetto dei gravi indizii di colpevolezza” l’ordinanza di custodia cautelare in carcere e di arresti domiciliari, applicate, rispettivamente, a Daniel Di Rocco e alla compagna Cristina Di Rocco, ordinandone l’immediata scarcerazione degli accusati. Nel ricorso al riesame l’avvocato Di Nanna aveva sostenuto l’assoluta insussistenza dei gravi indizii di colpevolezza, illogicità e contraddittorietà della motivazione dell’ordinanza di custodia cautelare e contestato le accuse formulate dal pm Enrica Medori. I due coniugi oggi stesso sono tornati in libertà, dopo meno di un mese di arresti.
L’inchiesta. Le indagini – in cella erano finiti tre zingari, ai domiciliari due zingare – scattate dopo l’individuazione della presenza di alcuni dei rom nei pressi dell’abitazione dell’imprenditore edile, avevano accertato che la riscossione delle somme avveniva dietro pesanti minacce, telefoniche e di persona, anche ai famigliari del costruttore e nel corso del tempo si era trasformata in una vera e propria spoliazione nei suoi confronti. L’uomo era stato infatti costretto ad assumere fittiziamente tutti gli arrestati e una sesta persona, anch’essa indagata: i sei non andavano al lavoro e venivano pagati regolarmente, con le buste paga a costituire le rate del debito da rifondere. L’imprenditore era stato anche costretto a ricomprare ad un’asta giudiziaria una villetta a due piani, a Morro d’Oro, poi intestata fittiziamente alla figlia, ma che era nella completa disponibilità di due degli arrestati: la coppia ci viveva ma tutti i costi necessari, dai tributi sui rifiuti, alle utenze, all’Imu, erano a carico dell’imprenditore.